
Il candidato sindaco Aguzzoli: “Debito in aumento e profitti perfino dal servizio idrico”
REGGIO EMILIA – Il modello Iren “non funziona”. E’ la conclusione della serata organizzata martedì scorso a Reggio Emilia da Coalizione civica, in cui il candidato sindaco Fabrizio Aguzzoli e il piccolo azionista Francesco Fantuzzi hanno indagato lo stato di salute della multiutility di Reggio, Torino e Genova. “I dati al 31 dicembre 2023 – sottolinea Aguzzoli – vedono un indebitamento netto del gruppo Iren in aumento del 17,5% (quasi quattro miliardi). E nonostante questo, l’azienda aumenta i dividendi, pagandoli a debito”.
Inoltre, continua il candidato civico, “i margini lordi per il settore di business vedono il comparto acqua pesare per il 18,4%: un bel sostegno da una attività che non dovrebbe dare profitto e uno schiaffo al referendum che vide gli italiani chiedere a gran voce l’acqua pubblica nel 2011”. A distanza di 15 anni dalla creazione dell’azienda multiservizi per Aguzzoli le uniche motivazioni alla base dell’operazione “che possiamo supporre sono di carattere politico: tra gli scopi iniziali, quello di provare a mitigare i debiti delle municipalizzate ex Iride, visto che il Comune di Torino deve ancora a Iren 98 milioni di euro”.
Iren, sottolinea ancora Aguzzoli risulta poi “pubblica per le poltrone, privata per le tariffe, anche se finora in buona parte regolamentate”. Infine “l’analisi oggettiva dei principali parametri e dati numerici consente di censurare con fermezza la scelta di puntare sul modello multiservizi quotata in Borsa di grandi dimensioni per gestire i beni comuni, perché si andrebbe incontro a benefici nelle economie di scala, ma ciò è smentito dai fatti”.
Quanto all’ex amministratore Paolo Emilio Signorini (che si è dimesso in seguito all’inchiesta sulla corruzione in Liguria) “auspichiamo che la sua posizione possa essere definita in tempi congrui dalla magistratura, che va lasciata lavorare senza indebite pressioni”, dice Coalizione civica. Ma “questa vicenda non va inserita nel contesto giudiziario dell’inchiesta sul porto di Genova, ma in quelle economico di un’azienda che seleziona scrupolosamente un amministratore come Signorini, peraltro attraverso un accordo tra i sindaci di Torino, Genova e Reggio Emilia”. Il manager, osserva infine il candidato sindaco Aguzzoli, “è il settimo ad che si è avvicendato alla guida del gruppo in 13 anni”.