Casalgrande, tifo da stadio e applausi per i tre candidati sindaco
Circa 300 persone hanno partecipato, ieri sera alla bocciofila, al confronto fra Daviddi, Berselli e Bottazzi
CASALGRANDE (Reggio Emilia) – Circa trecento persone hanno partecipato all’atteso dibattito, ieri sera al bocciodromo di Casalgrande, fra i tre candidati sindaci alle elezioni dell’8-9 giugno: Giuseppe Daviddi, sostenuto dalle liste “Noi per Casalgrande” e “Siamo Casalgrande”, Giorgio Bottazzi, candidato del M5S e Giuseppe Berselli candidato del centrosinistra sostenuto dal Pd e dalla lista civica Voi.
Sul palco a porre le domande ai candidati, che avevano tre minuti a testa per rispondere e un minuto per eventuali repliche, c’erano Adriano Arati della Gazzetta di Reggio, Francesca Chilloni de Il Resto del Carlino e Paolo Ruini de Il Canale di Secchia.
E’ stato un dibattito molto partecipato con la platea che lo ha seguito in modo appassionato, applaudendo a scena aperta gli interventi dei propri candidati.
Sanità
Una delle domande dei cronisti è stata proprio sulla sanità e sul rischio di chiusura del pronto soccorso di Scandiano, tema che ha infiammato il dibattito in questi giorni a Casalgrande.
Ha detto questo proposito Giorgio Bottazzi: “I cittadini hanno diritto ad essere curati tutti nel miglior modo possibile e gratuitamente. Purtroppo oggi, per una visita, ci vogliono 4-5 mesi e, sei vai privatamente, poche settimane o giorni. Questo è la prospettiva che abbiamo sulla sanità del futuro. I servizi si allontanano sempre di più dalle persone. Il pronto soccorso, probabilmente, prima o poi chiuderà. Non sappiamo se sarà finanziato per più di un anno. L’automedica ha rischiato di sparire per sempre da Scandiano a servizio di un’area di 80mila persone. Noi sosteniamo la raccolta firme per fermare questa deriva. Per riportare la sanità vicino alle persone e non farla finire in mano ai privati. Noi creiamo cattedrali come il Mire per una maternità che non è una patologia e ci sono persone che ancora aspettano le promesse di Bonaccini di riaprire il punto nascite di Castelnovo Monti”.
Giuseppe Berselli, ha replicato: “Io faccio molta fatica a credere che la sanità in Emilia-Romagna sia trascurata dall’amministrazione regionale. Lì finisce l’85% delle risorse del bilancio regionale. Se c’è un governatore che combatte ogni giorno, a livello nazionale, contro i tagli è Bonacini. Sentire che l’Emilia-Romagna sta tagliando drasticamente la qualità dei servizi sanitari fa impressione, non si spiegherebbe perché ci sia questa migrazione dal sud Italia, ma anche dal nord Italia verso la nostra regione per poter utilizzare i nostri servizi. Reggio Emilia è l’unica provincia dell’Emilia-Romagna ad avere sei ospedali, non ce li ha nessuno e questa è stata una scelta politica. Non ce li ha Bologna che fa più di un milione di abitanti. Ma, per rimanere, hanno bisogno di specializzarsi. Ecco perché l’ospedale di Scandiano si è trasformato e si sta trasformando in un punto specialistico. Per quel che riguarda il pronto soccorso di Scandiano la verità è che vi accedono, ogni giorno, 40 cittadini di tutto il comprensorio e 37 ne escono curati. Vengono tutti trattati e inviati dove la cura è migliore. La preoccupazione principale dei cittadini deve essere quella di venire curati nel miglior modo possibile e veloce ed essere destinati alla struttura sanitaria in grado di gestire la loro emergenza”.
Giuseppe Daviddi ha aggiunto: “La Regione si è sottratta al confronto e non è mai venuta a parlare con noi. Vorrei sottolineare che la nostra mozione per tenerlo aperto è stata firmata da tutte le forze, tranne una, nel nostro consiglio comunale, mentre il consiglio comunale di Reggio lo ha sottoscritto all’unanimità. Quindi qui non c’entra niente il discorso della riforma della sanità. Quando arrivo al pronto soccorso e sto male, non me ne frega niente delle statistiche. Oggi abbiamo solo quattro automediche per tutto il territorio. Qui si spaccia un Cau per un proonto soccorso, ma il Cau non è un pronto soccorso. E’ una guardia medica che avete tolto dal Comune di Casalgrande”.
Viabilità
Un’altra domanda è stata relativa al tema della viabilità, in modo particolare il problema del ponte della Veggia con le sue file chilometriche.
Berselli ha detto: “La soluzione deve essere quella di lavorare nel periodo estivo in cui c’è meno traffico e cercare di trovare tutte le soluzioni per poter garantire un transito a corsie alternate. Ma quella è solo la punta dell’iceberg. Nel 1968, quando è stato inaugurato il Ponte Nuovo, che collega Casalgrande a Sassuolo, nel comprensorio ceramico circolavano circa 55mila auto. Oggi sul territorio ci sono circa 130-140mila mezzi: abbiamo triplicato il numero di auto che si muovono nel territorio. E c’è stata una espansione enorme del tessuto industriale. C’è bisogno di un intervento strutturale per un distretto industriale di questo livello. Ci sono dei progetti consegnati? Bisogna fare molto di più”.
Bottazzi ha aggiunto: “Si parla questa ristrutturazione da ormai due consigliature, però, a mio parere, bisogna puntare su una mobilità dolce e sostenibile per togliere le auto dalle strade. Ci sono persone che potrebbero anche fare a meno della macchina. Parliamo poi della bretella Campogalliano-Sassuolo: è un’opera vecchia che nasce vecchia quando l’Europa ci chiede di abbandonare il trasporto merci su gomma e portarlo su rotaie. E allora facciamolo. Bisogna investire, ma su opere giuste e lungimiranti”.
E Daviddi ha concluso: “Nel 2019 abbiamo fatto una manutenzione e poi abbiamo fatto una prova di carico e abbiamo permesso di lasciare il ponte aperto. Il progetto è già stato approvato e si sa già chi farà il lavoro. Ci siamo detti che nel 2024 partirà quella ristrutturazione, ma su una struttura che non darà problemi alla viabilità. Il rifacimento della parte sopra del ponte sarà fatta nel luglio-agosto del 2025. Il capofila di quel progetto è Sassuolo e io lascio fare ai tenici di Sassuolo il loro lavoro. Io ho solo detto che è tanto importante quel Ponte che si potrebbe chiedere uno sforzo e fare fare un terzo turno h24, invece di tenerlo chiuso in mezzo e mezzo”.
Politica
Si è poi arrivati a un altro tema caldo, ovvero quello del fatto che il centrodestra non abbia un candidato a Casalgrande. La domanda è coma mai questo è avvenuto e, quindi, su chi punterà il centrodestra sul territorio.
Daviddi ha detto: “La nostra lista civica nasce per i cittadini e con i cittadini e amministra con i cittadini di tutte le parti politiche. Ci siamo presentati nel 2019 credendo in questo progetto, senza spinte dall’alto, senza fare accordi su come spartire le cariche. E, anche questa volta, abbiamo fatto una vera lista civica, anzi ne abbiamo fatte due. Ma nessun partito ha fatto un accordo con questa lista. Chiedetelo al centrodestra, perché non hanno fatto una lista. Per noi quello di centrodestra è un cittadino di Casalgrande come gli altri. Noi abbiamo un metodo diverso, dobbiamo governare tutti insieme. Si fa fatica? Sì. Questa è la vera lista civica. Non abbiamo fatto accordi con nessuno, speriamo di prendere tantissimi voti. Siamo i cittadini di Casalgrande e governiamo per i cittadini di Casalgrande”.
Bottazzi aggiunge: “Essere civici non è un bene assoluto, ma un bene relativo: dipende come si fa politica e come è essere civico. La discussione che si deve fare non è fra civico e politico, ma fra buona e cattiva politica. E questo si può fare all’interno di un partito organizzato e nelle liste civiche. Il Movimento 5 Stelle le qualità e le distinzioni della lista civica le ha portate a livello di governo della nazione, perché noi abbiamo portato un’idea della lista civica a livello di politica nazionale e questo non ce lo può contestare nessuno. Abbiamo una nostra lista e un nostro candidato e non abbiamo fatto accordi con nessuno, anche se l’apparato del nostro partito, in parte, ha cercato di imporcelo. Per questo, durante la campagna elettorale, le distinzioni tra gli elettori di destra e quelli di sinistra non mi interessano. Così come non mi interessa tutta la discussione che c’è stata sulle esternazioni di Pagliani o di altri. Gli elettori di centrodestra hanno diritto di votare i candidati che preferiscono, senza renderne conto a nessuno e una lista che si professa civica non può rifutare i voti di nessuno”.
Infine interviene Berselli che dice: “Sono abbastanza sorpreso da quello che ho sentito pochi minuti fa. Io non credo che chi si candida a sindaco Casalgrande lo faccia contro i cittadini di Casalgrande. Tutti lavoriamo per il bene di questo Comune. Non capisco perché l’appartenenza a un partito politico sembra essere diventata la cosa peggiore che può capitare. Quello che Daviddi ha descritto, con le persone che si incontrano e discutono e poi liberamente scelgono, sono cose che succedono anche da noi. Io non capisco questa posizione per cui gli altri sono sempre liberi e civici e invece, quelli che si riuniscono per discutere dei problemi di Casalgrande come noi, sono visti in modo negativo. Il fatto che il centrodestra non si presenti è un dato di fatto, poi capisco la difficoltà di ammetterlo, ma l’indicazione di votare da parte loro qualcun altro c’è stata in questo Comune”.