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Soragni: “No alla cattedrale universitaria alle Reggiane”

16 aprile 2024 | 17:48
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Soragni: “No alla cattedrale universitaria alle Reggiane”

Il candidato sindaco di Movimento per Reggio Emilia: “Il centro storico deve essere il luogo dell’Università, concentrando in modo armonioso studenti, cultura, senza disperderli in giro per la città”

REGGIO EMILIA – “La cattedrale universitaria alle Reggiane? Abbiamo già dichiarato la nostra contrarietà come lista civica. I motivi sono due, uno relativo al centro storico, uno relativo alle Reggiane”.

Lo scrive Paola Soragni, candidato sindaco di Movimento per Reggio Emilia che aggiunge: “Per quanto riguarda il centro storico, riteniamo debba essere il luogo dell’Università, concentrando in modo armonioso studenti, cultura, senza disperderli in giro per la città. Abbiamo l’università in via Allegri, a fianco dei giardini pubblici, che aiuta a rendere vivo e vissuto un luogo che altrimenti è abbandonato a sé stesso. Anche i giardini pubblici andrebbero riqualificati, considerando altresì i monumenti presenti come la tomba dei Concordi di epoca romana. L’università si è espansa anche al seminario, dove, di fatto, ci sono anche posti per alloggi per gli studenti. Perché ora portarne una terza parte ancora, fuori dal centro, lontano dal contesto universitario già esistente?”.

Continua la Soragni: “Se il centro storico va rivitalizzato – e sul punto si è tutti d’accordo – è necessario riportate in centro, come più volte sostenuto dalla consigliera Soragni, attività, servizi e uffici. E quelli che ci sono, come l’Università, vanno mantenuti e arricchiti di strutture e servizi. Non c’è bisogno di pagare un manager per sapere quali siano i problemi del centro storico e come risolverli. Il centro è stato svuotato, pian piano, di ogni servizio, ufficio, spostato invece al di fuori delle vecchie mura. Si salva forse solo la Camera di Commercio”.

Ragiona il candidato sindaco: “Relativamente invece alla “Cattedrale universitaria” alle Reggiane, al capannone 17, il costo a carico del Comune altissimo: 7,9 milioni di euro. E per cosa? Per avere ancora dislocati altri servizi. Forse la nostra attuale amministrazione manca di lungimiranza e senso dell’armonia nel distribuire i servizi e le attività nella nostra città? Sarebbe bello pensare che sia solo un difetto e non una scelta. A pensar male però spesso ci si prende: come mai la STU s.p.a. (società di trasformazione urbana) compartecipata al 70% dal Comune e dal 30% da Iren, invece di fare un bando internazionale di idee (si pensi ad esempio al nuovo Waterfront a Genova di Renzo Piano) per una riqualificazione armoniosa e globale delle Reggiane, patrimonio storico immenso e indiscutibile di Reggio Emilia, ha preferito rimanere sottosoglia, affidando pezzettino su pezzettino la riqualificazione dei singoli lotti, e valutando di volta in volta quello che si vuole fare? Avremmo avuto senza dubbio una importante realtà alle porte di Reggio Emilia, qualora il Comune avesse deciso di aprire un bando internazionale per valutare il miglior progetto di riqualificazione urbana per le Reggiane, che avrebbero dato vita ad una zona di immenso interesse e valore per la nostra città. Forse è più comodo e di interesse diverso (non certo della collettività che avrebbe diritto a un progetto grande, armonioso ed unitario) assegnare di volta in volta singoli lotti?”.

Conclude la Soragni: “Le Reggiane sono patrimonio della comunità! E vedere una zona di così grande interesse storico e culturale in balìa di “dove tira il vento” è molto doloroso per chi ama la propria città”.