Editoriali

Sfida al Binario 49, le pagelle ai candidati sindaco

5 aprile 2024 | 11:21
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Sfida al Binario 49, le pagelle ai candidati sindaco

Il primo dibattito fra i cinque sfidanti, che verteva sulla sicurezza in zona stazione, è stato all’insegna del fair play e un poco noioso

REGGIO EMILIA – Il primo dibattito fra i cinque candidati sindaci alle elezioni del prossimo 8-9 giugno si è svolto all’insegna del fair play. Un incontro anche un po’ noioso quello che è andato in scena ieri sera al Binario 49 fra Soragni, Aguzzoli, Tarquini, Tasselli e Massari.

I temi della sicurezza in zona stazione sono stati sviscerati tutti, ma nessuno ha voluto affondare i colpi nei confronti dell’avversario, nemmeno Tarquini che, tutto sommato, giocava in casa dato che il tema della sicurezza è sempre stato uno dei cavalli di battaglia del centrodestra. Le oltre due ore di confronto sono state tutte un susseguirsi di “concordo con il mio collega”, “devo riprendere quanto ha detto il candidato del…”, “sono in parte d’accordo con…”.

Gli unici due che, un pochino, sono riusciti a smarcarsi da questo stucchevole “volemose bene” sono stati la Soragni e Tasselli. La prima con la sua passione e il suo fervore che l’ha portata a scagliarsi contro le scelte (o forse sarebbe meglio dire le non scelte) decennali del centrosinistra che hanno fatto sprofondare questo quartiere nel degrado. Il secondo con la sua visione irriducibilmente di sinistra della sicurezza, non contaminata dalla esigenze securitarie che, invece, agitano il centrosinistra guidato da Massari.

Vogliamo dare le pagelle a questo primo match? Facciamolo.

Tarquini: 8
Il candidato del centrodestra, a cui va dato atto che giocava in casa, è stato sicuro e rassicurante. Ha elencato con fermezza la priorità della zona stazione chiedendo prima di tutto il rispetto delle leggi, ma non disdegnando anche un approccio sociale al problema. Vuole l’esercito e più forze di polizia. Ha stroncato l’idea delle zone a consumo controllato di droga. Eloquio da avvocato e proprietà di linguaggio. Non aveva appunti sotto e parlava a braccio. Sarà un avversario scomodo per Massari

Aguzzoli: 7
Il candidato di Coalizione civica ha messo in campo la sua esperienza in consiglio comunale e i cinque anni vissuti ad occuparsi dei problemi della città. Anche lui godeva di un certo vantaggio, dato che la sua lista è sempre stata molto vicina ai comitati della stazione. Anche lui è favorevole all’esercito e ad avere più forze di polizia ed è consapevole che questo non basterà senza che vengano approntate altre misure. Sicuro e rassicurante. Potrebbe essere pure lui un problema per il suo collega medico.

Massari: 6
Per il candidato del centrosinistra era la sua prima uscita pubblica di confronto con gli altri candidati e si vedeva. Era fuori dalla sua comfort zone. Nervoso all’inizio, costantemente alla ricerca dei suoi appunti. Poi si è un po’ sciolto. Ha giocato fuori casa e non era facile. Ha detto sì all’esercito, ma si capisce che non sarà entusiasta di chiedere questa misura al prefetto se diventerà sindaco. Si è difeso giocando di rimessa su un terreno ostico per lui. Da’ l’idea di uno che studia molto e si applica e quindi si rifarà su altri campi, ma non sarà semplice perché i suoi avversari non gli danno molti appigli per attaccarli.

Soragni: 6
Appassionata e appassionante. L’ex grillina, candidata per Movimento Reggio Emilia, ha ripreso il conduttore della serata che, a differenza di Tarquini, non la chiamava avvocato e l’ha sostanzialmente accusato di sessismo. Su alcuni argomenti è andata un po’ fuori tema e alcuni ragionamenti non sono stati proprio chiarissimi. Ha detto no all’esercito in stazione. Una combattente, comunque, che darà filo da torcere a tutti.

Tasselli: 6
Tasselli ricorda un po’ Ken Loach. Quei personaggi che, se non ci fossero, ne sentiresti la mancanza. Quasi romantico nel suo irriducibile comunismo. Il candidato di REagire, appoggiata da Rifondazione comunista, parla di case popolari e ostelli sociali per i senza dimora, rifiuta categoricamente l’approccio dell’esercito in zona stazione e opta per quello sociale senza se e senza ma. E’ una sinistra che non c’è più, rispetto a quella tutta impegnata ad inseguire i miraggi del centro o che fa accordi di potere. Sa che non può vincere, ma la sua è una testimonianza.