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Rubiera, Comune sbaglia distanza da scuola: riapre sala da gioco

22 aprile 2024 | 18:57
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Rubiera, Comune sbaglia distanza da scuola: riapre sala da gioco

Il Consiglio di Stato accoglie un ricorso basato sul codice della strada

RUBIERA (Reggio Emilia) – Una sala da gioco del Comune di Rubiera, in provincia di Reggio Emilia, potrà riaprire dopo essere stata chiusa. Il Comune non ha calcolato in modo conforme le distanze dai luoghi sensibili e in particolare da una scuola. Lo ha stabilito la quarta sezione del Consiglio di Stato, che ha annullato l’ordine di chiusura con cui, nel 2018, l’amministrazione comunale aveva imposto la cessazione dell’attività situata in viale Matteotti.

Palazzo Spada ha accolto il motivo di appello ritenendo che l’applicazione del “distanziometro” era stata effettuata “non tenendo conto delle norme del codice della strada”. La legge regionale del 2013, infatti, impone che tra le sale giochi e i luoghi cosiddetti sensibili ci siano almeno 500 metri di distanza.

Il proprietario della sala ha però sostenuto che non sia corretta la modalità di calcolo del percorso fatta dal Comune secondo cui “è ragionevole attendersi che i pedoni percorrano la via più breve” e che dunque, per raggiungere la scuola, “taglino per il parcheggio rappresentato nella perizia, anziché fare tutto il giro come prospettato dalla società”.

Nel secondo grado di giudizio amministrativo la ricorrente si è però appellata al Codice della Strada, che stabilisce come “i pedoni devono circolare sui marciapiedi, sulle banchine, sui viali e sugli altri spazi per essi predisposti”. Stando alla misurazione della società, dunque, la distanza in questione sarebbe di 523 metri, superiore alla minima consentita. Il Tar, nel 2022, aveva respinto questi motivi di ricorso, mentre il Consiglio di Stato ha ritenuto giusto accoglierli, definendo “evidente che nel compiere il calcolo del percorso in questione non si può considerare un percorso legittimamente non percorribile”.

L’illecito però non sarebbe riferibile all’area di parcheggio, bensì al fatto che la misurazione del Comune “presuppone che i pedoni attraversino la strada in un punto non consentito, mentre secondo la norma dovrebbero invece servirsi del passaggio pedonale posto nelle vicinanze a distanza utile”, si legge nella sentenza.