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Negozi sfitti e serrande abbassate, così muore il centro storico

15 aprile 2024 | 18:41
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Negozi sfitti e serrande abbassate, così muore il centro storico

Al posto di chi abbassa le serrande aprono money transfer, centri estetici cinesi e agenzie immobiliari albanesi. Marco Merola: “Serve un city manager”

REGGIO EMILIA – Decine di negozi chiusi e, al posto di chi abbassa le serrande, ti trovi money transfer, centri estetici cinesi e agenzie immobiliari albanesi. Non è certo un bel biglietto da visita quello che accoglie il visitatore in pieno centro storico, nella galleria Cavour sotto l’isolato San Rocco e nelle vie limitrofe.

Il cinema Ambra è ancora sconsolatamente chiuso con la facciata che, oramai, cade a pezzi. In vicolo Trivelli, un tempo una delle vie della moda, sono rimasti aperti solo due negozi. Non va meglio nella galleria che collega vicolo Trivelli con via Crispi.

Per capire quello che sta accadendo in quello che, un tempo, era il salotto buono della nostra città, abbiamo fatto un passeggiata con Marco Merola, titolare del negozio di articoli da regalo Casimiro sotto la galleria San Rocco. Lo incontriamo nel suo negozio che, la notte di Capodanno, fu vandalizzato da un gruppo di ragazzini.

Ci racconta: “Il problema del centro storico è dato proprio dalla mancanza di attività commerciali. Il commercio serve per presidiarlo. Un centro storico senza vetrine accese e senza attività aperte diventa poco sicuro. Un centro senza attività commerciali, dove le vetrine sono spente, diventa un dormitorio”.

Marco Merola

Iniziamo una passeggiata intorno all’isolato San Rocco e si vedono già i primi negozi chiusi. Dice Merola, consapevole che le colpe sono anche degli esercenti: “Poi ci sta anche che il commercio è cambiato completamente. Pensa all’on line. Ha fatto parecchi danni, ma è un cambiamento epocale e non lo puoi fermare. Quindi bisogna utilizzarlo, perché il commercio andrà sempre più in quella direzione. Evidentemente, su questo, a Reggio Emilia non siamo particolarmente avanti. Infatti, fra commercianti, stiamo facendo delle riunioni per migliorare la situazione.  Tanti miei colleghi sono fermi, ma oggi devi essere in continua evoluzione, oppure finisci per chiudere e il risultato è quello di un centro storico che risulta poco sicuro”.

Mentre percorriamo la galleria Cavour notiamo che ci sono molte vetrine di negozi sfitti che sono sporche e poco curate.

Continua il titolare di Casimiro: “C’è anche un problema di decoro. C’è un’ordinanza comunale che dice che, quando uno chiude un negozio, il proprietario, entro una settimana, deve occultare le vetrine in maniera decorosa e, periodicamente, deve pulirle. Questo spesso non avviene e nessuno fa rispettare questa ordinanza. Un discorso è avere delle vetrine pulite e ordinate, ma vuote. Ci sta: è fisiologico. Un altro è avere delle vetrine trasandate e sporche. Questo è un grave problema”.

Quando gli si fa notare che l’amministrazione, periodicamente, organizza degli eventi in centro storico, aggiunge: “Ci dicono che vengono organizzati per presidiare il centro storico. A Capodanno c’era un evento di presidio del centro storico, ma non mi sembra che la cosa abbia funzionato bene. Non è tanto la quantità di persone che presidia il centro storico, ma è la qualità degli eventi che tu fai. L’amministrazione organizza delle cose, pensando di darci una mano, ma a me, in 22 anni di attività, non mi è stato mai chiesto come era andato l’evento che avevano organizzato. Ti dà dei risultati? Ti dà noia? Ci sono delle problematiche? Se non domandi, come fai a fare una pianificazione? Conti solo il numero di persone che intervengono a un evento”.

centro storico

Arriviamo in piazza Martiri del 7 Luglio e Merola dice: “Ti faccio un esempio. Questo sabato c’era un evento legato alla Puglia, in questa zona e, di là, c’era un altro evento legato allo sport (Vivicittà in piazza della Vittoria). Sai qual è stato il mio incasso di un’intera giornata? Ben 160 euro. C’era tanta di quella gente che il cliente medio del centro storico, quando arriva ai parcheggi e non trova posto, finisce per andare via. Quindi la proposta è: mettiamoci d’accordo per evitare di fare degli eventi che, invece di darci una mano, ci tagliano le gambe”.

Imbocchiamo poi vicolo Trivelli che, un tempo, era la via della moda. Qui, un tempo, c’era la Biba e altri negozi di tendenza. Ora è desolante percorrerla. E la cosa non migliora se imbocchi la galleria che, da vicolo Trivelli, porta in via Crispi.

Continua Merola: “Pensa che questo dovrebbe essere il salotto buono della città. Il problema è anche quello degli affitti. Per un buco di 25-30 metri, senza bagno, paghi mille euro al mese. Sai cosa costa, al mese, l’affitto del negozio dove c’era l’ex Biba: 4mila e 500 euro. E sai chi è che paga quelle cifre lì? I gruppi come Zara, perché hanno un prodotto che costa un euro e lo vendono a 25”.

centro storico

Già ma qual è la soluzione? Merola un’idea ce l’ha. Dice: “Prima di tutto servono multe per i proprietari che non tengono in ordine le vetrine dei negozi sfitti. Poi bisognerebbe agevolare, alleggerendo la tassazione, gli affitti e fare in modo che i proprietari abbassino i prezzi”.

Torniamo alla galleria Cavour, sotto l’isolato San Rocco. Conclude Merola: “Il fatto è che qui in centro storico ci vuole un city manager, ovvero qualcuno che abbia la capacità di gestire un centro storico che, oramai, è un’azienda. Bisogna avere una capacità imprenditoriale per gestire queste realtà. Sa cos’è? Credo di aver sbagliato città. Ho fatto delle valutazioni sbagliate. Io vengo da Salerno e pensavo che al nord le cose fossero diverse rispetto al sud. Non è proprio quello che mi immaginavo: forse devo andare ancora più a nord”.