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La Soragni: “Serve una grande trasformazione urbana”

18 aprile 2024 | 15:06
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La Soragni: “Serve una grande trasformazione urbana”

Il giudizio su Vecchi del candidato sindaco del Movimento per Reggio Emilia: “Non ha fatto nulla di innovativo. Ha solo continuato sulla strada di chi lo ha preceduto”

REGGIO EMILIA – “Andrò ad aprire tutti i cassetti per guardare quello che c’è dentro: sono molto curiosa. Vedere tutti questi incarichi diretti, andare a guardare come sono state fatte certe assegnazioni. Poi vorrei partire con una vera e propria trasformazione urbana, ma non come quella che fa la Stu, perché, secondo me, alle ex Reggiane doveva essere fatto un bando internazionale. Quella, invece, è una riqualificazione di regime”.

Ha le idee chiare su cosa farà Paola Soragni, candidata sindaco della lista Movimento per Reggio Emilia, se dovesse vincere le elezioni amministrative. Avvocato, 53 anni, da dieci anni in consiglio comunale con il M5S, da cui è appena fuoriuscita in aperto disaccordo con la decisione di allearsi con il Pd e sostenere Massari, la Soragni inaugura una serie di interviste di Reggio Sera ai candidati sindaci per le elezioni dell’8-9 giugno a Reggio Emilia.

Lei è fuoriuscita dal Movimento 5 Stelle dopo dieci anni di attività politica e si è candidata a sindaco. Come mai?
Io ci ho provato fino alla fine per convincerli a non fare accordi. In 38 avevamo firmato una richiesta per non andare col Pd. Non è stata accolta. Per me è una sofferenza vederli al fianco di Italia viva e Azione. Comunque io sono ancora iscritta al Movimento 5 stelle nazionale e ho ancora una speranza che, magari, cambieranno idea.

Chi è venuto con lei dei cinque stelle storici?
Quasi la metà delle persone che oggi sono con me hanno quella provenienza. Poi ce ne sono alcuni di sinistra. Non del Pd eh, di sinistra. Poi ci sono alcune persone che vengono dalla società civile.

Mettiamo che lei venga eletta sindaco. Qual è la prima cosa che farà?
Andrò ad aprire tutti i cassetti per guardare quello che c’è dentro: sono molto curiosa. Vedere tutti questi incarichi diretti, andare a guardare come sono state fatte certe assegnazioni. Poi vorrei partire con una vera e propria trasformazione urbana, ma non come quella che fa la Stu, perché, secondo me, alle ex Reggiane doveva essere fatto un bando internazionale. Quella, invece, è una riqualificazione di regime.

Il centro storico è in grande sofferenza. Vetrine vuote e sempre meno gente. Lei ha una ricetta per rivitalizzarlo?
I servizi devono essere riportati in centro storico e non stare fuori. Oggi c’è rimasta solo la Camera di Commercio in centro. A Bologna, per esempio, il tribunale è in centro. Bisogna realizzare più parcheggi intorno al centro storico e creare più collegamenti con la periferia. E poi dobbiamo riqualificare tutti gli spazi vuoti che ancora ci sono.

Ci dica la sua opinione sull’operazione dell’ex Mercato coperto. Come le sembra?
Io, anche in consiglio comunale, ho sempre detto che bisognava seguire l’esempio del mercato delle Erbe di Bologna che è pieno di specialità bolognesi. Ma ci sono anche specialità di altre regioni italiane, la pizzeria e la pescheria. Noi siamo una città semplice, non abbiamo bisogno di queste catene internazionali. Il reggiano vuole andare al mercato coperto e trovare le specialità della sua terra. Quello è un mercato molto commerciale, molto di facciata. Non è quello che i reggiani cercano. Infatti è un flop.

Parliamo di viabilità. La nostra città, oramai, è al collasso. Che idee ha su come risolvere questo problema?
E’ un disastro. Poi, ogni volta che piove, si formano file chilometriche. Anche qui, secondo me, bisognerebbe intervenire con un bel progetto internazionale. Sicuramente costerà, però dipende sempre da dove vogliamo mettere i soldi. Dovremmo creare delle metropolitane di superficie che collegano tutta la città e non solo da nord a sud, come quella che è stata pensata. Penso, per esempio, a un collegamento elettrico veloce che possa fare il giro della circonvallazione per arrivare da una parte all’altra velocemente. E poi anche collegamenti con la città più esterna. Bisognerebbe creare collegamenti di questo tipo anche con la Mediopadana e con l’Arena.

La sicurezza. In zona stazione la situazione è molto degradata e i cittadini sono esasperati. Ma ci sono problemi anche in via Emilia San Pietro, nella zona fra i due Teatri e in via Roma. Come risolvere questa situazione?
Guardi, per me il discorso dell’esercito non è un tabù, ma non penso che sia la soluzione. Di sicuro in zona stazione ci devono essere dei posti fissi, dei presidi di polizia. Poi bisogna che facciamo riaprire delle attività commerciali in quell’area. Inoltre bisogna scongiurare la chiusura del reparto prevenzione crimine. Io, poi, utilizzerei molto di più i cani antidroga. Oggi ne abbiamo solo uno che viene prestato in vari comuni della provincia. Credo anche che bisognerebbe fare più eventi in centro storico e che la polizia municipale dovrebbe pattugliarlo molto di più.

La nostra città, nonostante la presenza della Mediopadana, non sembra in grado di intercettare grandi flussi turistici. Perché? Come risolvere questo problema?
Noi, per esempio, abbiamo palazzi molto belli in centro storico che sono spesso chiusi, come Palazzo da Mosto. Ma anche delle chiese, come quella di San Gregorio, che è bellissima. Perché non aprirli più spesso? Il turismo bisogna incentivarlo, non basta avere la Mediopadana. Potresti puntare sui prodotti locali e fare tanti mercatini. Inoltre, secondo me, c’è anche il problema delle Fondazioni. Non le amo molto: Palazzo Magnani, quella della danza, quella dello sport. Perché tu, così, istituzionalizzi il settore mettendolo dentro a dei binari. O sei lì dentro, o non sei niente.

Sanità e lavoro. Quanto può incidere l’azione di un sindaco su questi due settori?
Può controllare gli appalti e pretendere che le aziende diano un salario minimo e garantiscano un lavoro dignitoso ai propri dipendenti. E questo anche per i subappalti. Oggi, invece, si va con la logica del massimo ribasso. Per la sanità, invece, credo ci vorrebbe un assessorato apposta per fare in modo che la salute dei cittadini sia il più possibile garantita. Noi, per esempio, siamo contrari alle chiusure dei pronto soccorso, anche perché poi tutti si riversano in quello di Reggio.

Ci dia un giudizio sui dieci anni della giunta Vecchi
Non ha fatto nulla di innovativo. Ha solo continuato sulla strada di chi lo ha preceduto. Tagli di qua e tagli di là. E poi non mi piace quello che è stato fatto alle ex Reggiane con la Stu dove è stata data la gestione di un patrimonio così bello a una Spa. Lì andava fatto un concorso pubblico internazionale, come per il waterfront di Genova, dove ha vinto Renzo Piano. Invece hanno perseguito la logica di affidare i lavori direttamente, sempre restando sotto certe soglie. Ecco perché la riqualificazione procede per pezzettini: prima un capannone e poi l’altro. E poi, scusi, dentro la Stu ci sono il Comune con il 70% e Iren con il 30%. Adesso, per fare la cattedrale universitaria, i soldi ce li mette il Comune. Ma Iren, che ha il 30 per cento, non ci mette nulla?

Faccia un pronostico. Quanti voti pensa di prendere alle prossime elezioni?
Non lo so, bisogna capire cosa succede nelle ultime 2-3 settimane. Per ora sono contenta, perché, oramai, abbiamo raggiunto il numero di firme necessario per presentarci.