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Guastalla, l’Ausl chiude la sua cucina in ospedale

16 aprile 2024 | 12:04
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Guastalla, l’Ausl chiude la sua cucina in ospedale

Sarà sostituita con quella di una ditta esterna. I sindacati: “Gli undici lavoratori si dovranno spostare a Montecchio o Reggio Emilia”

GUASTALLA (Reggio Emilia) – I sindacati denunciano che, dall’8 maggio, l’Ausl chiuderà la sua cucina all’ospedale di Guastalla che sarà sostituita con quella di una ditta esterna. Questo comporterà lo spostamento forzato degli undici lavoratori in servizio o verso Montecchio (73 km al giorno) o Reggio Emilia (60 km al giorno).

Spiegano i sindacati: “Tra questi undici lavoratori ci sono persone senza patente, persone che hanno familiari da assistere, madri single e altre complessità. Ausl, che è un’azienda pubblica, si è comportata come la peggiore delle multinazionali che prendono e spostano uomini e donne come fossero dei pacchi senza valore”.

Cgil, Cisl e Uil si appellano alla sindaca e presidente dell’Unione Bassa Reggiana Camilla Verona e rivelano come sia stato respinto il progetto per creare una mensa interna nei locali oggi inutilizzati dell’ospedale, capace di dare un servizio ai 700 lavoratori del distretto sanitario di Guastalla.

Concludono i sindacati: “Poteva essere un esempio virtuoso di rigenerazione che sa produrre risparmio e migliorare la qualità della vita di un territorio intero, è diventato un caso da manuale di piccola macelleria sociale. Siamo i primi a chiedere di non gettare alle ortiche i soldi dei cittadini, ma ci domandiamo dove sia finita la grande sanità emiliana se undici lavoratori, dipendenti Ausl e in forza alla cucina, tutti residenti a Guastalla o nei comuni limitrofi dove hanno comprato casa per essere vicini al luogo di lavoro, vengono spediti forzatamente a Montecchio o Reggio Emilia”.