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Elezioni, candidati sindaci all’esame antimafia

18 aprile 2024 | 12:39
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Elezioni, candidati sindaci all’esame antimafia

Confronto nella sede di Libera. Massari e Tarquini: “Teniamo la consulta della legalità”

REGGIO EMILIA – Dal rinnovo della convenzione con Avviso pubblico, al mantenimento dello sportello “Giustizia e legalità” in Comune. Passando per il rilancio della Consulta “antimafia” provinciale, la creazione di un osservatorio e di un centro di documentazione sulle mafie, l’istituzione di una delega in Giunta e il varo di un regolamento sui beni confiscati. Sono tutti i temi scandagliati mercoledì sera a Reggio Emilia nel secondo confronto tra i candidati a sindaco, “interrogati” dal presidente provinciale di Libera, Giovanni Mattia nella sede dell’associazione.

Come nel primo appuntamento sulla sicurezza urbana in zona stazione, sala stracolma. Tra i presenti, il segretario della Cgil Cristian Sesena, quello del Pd Massimo Gazza, quello provinciale della Lega Roberto Salati e il giurista che coordina lo sportello comunale Elia Minari. Da tutti i candidati, salvo che sulla delega alla Legalità che alcuni terrebero direttamente se eletti sindaco, è stata espressa sostanziale unanimità di intenti sugli strumenti di lotta alle infiltrazioni criminali.

Marco Massari, candidato del campo largo del centrosinistra, garantisce che se vincerà sarà confermata l’adesione alla rete di Avviso pubblico (che ha concluso di recente un corso di formazione in municipio) perché “i dipendenti pubblici devono continuamente essere sollecitati a stare all’erta”. La Consulta della legalità, accusata di immobilismo e disertata da membri importanti come le “Agende rosse”, “deve lavorare bene e di più per essere il motore della prevenzione”, aggiunge Massari, dicendosi infine favorevole “ad un osservatorio che funga anche da centro studi sui processi da cui possono emergere indicazioni per l’amministrazione per fare scelte consapevoli”.

Per il candidato del centrodestra Giovanni Tarquini la Consulta, istituita nel 2018 e composta da 24 membri, “va manenuta purchè viva” e sull’osservatorio dice: “Attenti a non fare doppioni, ma tutte queste realtà devono essere alimentate”. Per quanto riguarda la possibilità di riattivare un centro di documentazione sui processi locali contro la ‘ndrangheta, Tarquini ricorda: “Era nato per dare visibilità agli atti di Aemilia, ma sono atti complessi e c’è bisogno di una traduzione adatta”.

Qui “viene pertanto a fagiolo il collegamento costante e diretto del Comune con le amministrazioni giudiziarie e le forze dell’ordine perché questo centro sia alimentato con ciò che è più utile e non solo con chili di carta”, conclude Tarquini. Secondo il candidato di Coalizione civica Fabrizio Aguzzoli “il terreno di coltura delle infiltrazioni cresce su complicità, indifferenza e mancanza di conoscenza del problema. Sugli ultimi due aspetti la politica ha delle responsabilità: la Consulta non ha fatto quasi nulla, non ha funzionato, è stata convocata sei volte dal 2018 al 2023 quando come Coalizione civica abbiamo avanzato la proposta di creare un osservatorio della legalità, discusso poi mesi dopo”. Se “sarò eletto sindaco sarà la prima cosa che faremo, dare corpo e gambe all’osservatorio per mettere benzina delle gambe dell’antimafia”, promette insomma Aguzzoli.

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Gianni Tasselli, candidato di Reagire, attacca sui beni confiscati: “Bisogna creare le condizioni perché non tornino in possesso delle mafie e vanno eliminati i paradisi fiscali”. Inoltre occorre che i progetti di riuso sociale “maturino e siano consolidati nel tempo”. Con Tasselli sindaco non ci sarà un’assessore alla Legalità: “Quella delega la tengo io per un tema di responsabilità”, dice il candidato.

Paola Soragni, candidata del Movimento per Reggio Emilia ricorda che “esisteva un reparto della Polizia locale prestato in appoggio al tribunale per gli abusi edilizi e per fare emergere situazioni di illegalità spia di fenomeni mafiosi. Sotto il sindaco Delrio fu rimosso, ma potrebbe rinascere”. La delega alla legalità sarebbe del sindaco anche se vincesse Soragni. Il tema della confisca dei beni “è molto complesso.

Abbiamo un protocollo del tribunale che risale al 2018 e un piano strategico per la valorizzazione di questi beni”, sottolinea Tarquini. Che ricorda come “a Reggio Emilia non è mai stato destinato un immobile ma ce ne sono in gestione 187 immobili e 27 aziende di cui 13 destinate per un totale di 40. Si tratta quindi di “una realtà complessa che va gestita al meglio”, conclude il candidato del centrodestra, favorevole ad un assessorato alla Legalità (“che c’è già e di quello si deve occupare”) e ad un regolamento sui beni confiscati sul modello di quello varato a Genova.

Fabrizio Aguzzoli dice: “Abbiamo una criminalità economica e finanziaria che lì deve essere colpita. Oggi abbiamo un assessore con diverse deleghe, noi ne proponiamo uno che si occupi solo di questo e che esca dal palazzo”. Secondo Marco Massari infine, “E’ vero la Consulta non ha funzionato ma i protocolli e le interdittive hanno dato un’azione preventiva importante”. Il candidato del centro sinistra è disponibile “a creare un ufficio all’interno della macchina comunale che metta a punto i progetti sui beni confiscati in accordo con le associazioni” e mantenere l’assessore alla Legalità, incarico oggi ricoperto da Nicola Tria (fonte Dire).