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Zona stazione, Rossi: “Si nega l’esercito per ideologia”

6 marzo 2024 | 08:11
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Zona stazione, Rossi: “Si nega l’esercito per ideologia”

Un residente del quartiere: “La sicurezza riguarda tutti, a prescindere dal colore politico”

REGGIO EMILIA – Gino Rossi, residente del quartiere stazione e voce attiva nella segnalazione dei disagi anche attraverso il comitato Cres, interviene nel dibattito relativo all’intervento dell’esercito nella zona della stazione e di piazzale Marconi, un quartiere sempre più in difficoltà e segnato da episodi di violenza, spesso con esiti fatali.

Dice Rossi: “Per anni ho lavorato come funzionario nell’associazione Medici Senza Frontiere, e la mia esperienza mi ha portato in luoghi difficili come il Kurdistan o Mosul, dove ho contribuito ad aprire ospedali fino alla fine della pandemia di covid-19, poi è nata mia figlia qui a Reggio, e l’unica casa disponibile che sono riuscito a trovare era vicino alla stazione. Abito qui da poco più di due anni, ma non avrei mai immaginato che la situazione sarebbe stata così complessa e trascurata”.

In consiglio comunale, la maggioranza ha ribadito che non vi è necessità di richiedere interventi esterni in stazione. Tuttavia, questa posizione lascia perplesso Rossi che continua: “È sbagliato negare a priori la possibilità di richiedere l’intervento dell’esercito e, ancora di più, farlo solo per motivi di visione politica. Prima di tutto, credo che la sicurezza sia da sempre un tema della sinistra, un argomento che dovrebbe essere al primo posto nell’agenda di chi guarda agli interessi della comunità. E non stiamo parlando di carri armati, ma di una presenza che possa dare un minimo di sicurezza in più in un luogo dove oggi di sicurezza non ce n’è”.

Rossi si trova vicino alle posizioni espresse dal consigliere comunale di Coalizione Civica Fabrizio Aguzzoli durante il consiglio comunale. “L’esercito non è la soluzione definitiva, certo, ma di sicuro è un sostegno in più, un presidio utile, che può operare sia nel controllo statico sia in quello dinamico, con perquisizioni e identificazioni”, afferma. “Lo ha detto Aguzzoli e lo ribadisco, sottolineando come Coalizione Civica è l’unica realtà che si è fatta concretamente vedere in zona stazione, ha organizzato iniziative sul tema e ha dato risposte a noi cittadini quando le abbiamo chieste”.

L’impiego delle forze armate nel progetto nazionale Strade Sicure è ormai diffuso, in 45 città italiane esistono presidi dell’esercito in aree sensibili, tra cui le stazioni ma non solo: su 6.800 unità inviate, circa 800 operano nelle stazioni. E per vedere i risultati non c’è bisogno di andare lontano, basta guardare a Modena, dove il sindaco Pd Muzzarelli ha contestato la decisione di ridurre il numero di militari impegnati.

Conclude Rossi: “Fino ad ora, a parte Coalizione, solo le associazioni di volontariato come La Nuova Luce, Partecipazione, gruppi delle Parrocchie, Caritas, si sono fatte concretamente vedere in zona stazione dove le istituzioni latitano da tempo o sminuiscono il problema”.