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Strage di Bologna, Bellini: “Il 2 agosto il Mossad era in città”

13 marzo 2024 | 12:54
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Strage di Bologna, Bellini: “Il 2 agosto il Mossad era in città”

La Corte d’Assise ha disposto una perizia sul video girato dal turista Harald Polzer

REGGIO EMILIA – Il 2 agosto 1980 “il Mossad era a Bologna”, così come ci sarebbero stati “Thomas Kram, un altro uomo e una donna, noti esplosivisti. Lo sapeva Ugo Sisti e mi ha detto tutto”. A dirlo, nelle dichiarazioni spontanee che sta rilasciando davanti alla Corte d’Assise d’appello bolognese, è Paolo Bellini, a processo per concorso nella strage del 2 agosto.

Le dichiarazioni di Bellini stanno toccando diversi argomenti, anche se in modo spesso confuso. Tra questi ci sono i rapporti con Sisti, all’epoca procuratore capo di Bologna e che, a detta di Bellini, aveva assegnato “compiti precisi” a lui e il fratello Guido, facendoli lavorare “a compartimenti stagni”. In particolare, Guido Bellini avrebbe dovuto entrare in rapporto con i palestinesi per “ricucire il lodo Moro”, mentre Paolo avrebbe dovuto fotografare- a Bologna, nell’ospedale di Reggio Emilia e a Firenze- i palestinesi con determinate caratteristiche fisiche per individuare eventuali terroristi. L’ex di Avanguardia nazionale mette però le mani avanti, affermando di “non poter dire che a fare la strage di Bologna sono stati i palestinesi: io- insiste- dico quello che ho fatto in quel periodo. Noi abbiamo fatto tutto quello che dovevamo per ricucire il lodo Moro”.

La Corte d’Assise d’appello di Bologna, presieduta dal giudice Alberto Pederiali, ha accolto la richiesta dei difensori di Paolo Bellini e ha disposto una perizia sul video girato dal turista Harald Polzer. I periti Eugenio Premuda e Giacomo Manghi avranno 20 giorni di tempo per stabilire “da quale posizione siano state fatte le riprese” in stazione a Bologna il giorno della strage.

In particolare, la Corte vuole stabilire se le immagini in cui si vede l’anonimo identificato come Bellini siano state riprese dal treno, come sostengono la Procura generale e le parti civili (che si erano opposte alla perizia), oppure se siano state fatte da terra, come ipotizzano i legali dell’imputato. Va poi accertato se quelle riprese siano state fatte “nei minuti immediatamente successivi all’esplosione”, oppure alle 12.15 o alle 13.15, come sostiene la difesa di Bellini sulla base dell’orario che, a detta dei legali, sarebbe indicato dall’orologio da polso indossato da una donna che, nel video, appare dietro all’uomo identificato come l’imputato. La perizia inizierà lunedì pomeriggio e gli esperti incaricati dalla Corte illustreranno le loro conclusioni nell’udienza fissata per le 10 del 10 aprile.