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Scuola, la Provincia di Reggio Emilia boccia le classi per stranieri

4 marzo 2024 | 14:54
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Scuola, la Provincia di Reggio Emilia boccia le classi per stranieri

“Il rischio è quello di un’inclusione che non si realizza mai”, dice Elena Carletti commentando la proposta del ministro Valditara, di istituire classi separate per gli alunni stranieri con deficit linguistico o matematico

REGGIO EMILIA – “Quando si parla di classi ‘ponte’ e ‘differenziali’ occorre sempre prestare la massima attenzione, perché il rischio è quello di un’inclusione che non si realizza mai”. Lo afferma Elena Carletti, vicepresidente con delega alla Scuola della Provincia di Reggio Emilia, commentando la proposta del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, di istituire classi separate per gli alunni stranieri con deficit linguistico o matematico.

Carletti, sindaco del Comune di Novellara, aggiunge: “Vengo da un territorio in cui il tema dell’incidenza degli alunni stranieri per classe è sempre stato molto forte. Noi lo abbiamo sempre svolto nei termini di una accoglienza che prevedesse il numero maggiore di ore in classe insieme agli alunni italiani”. Questo perché, spiega la vicepresidente della Provincia, “credo che al di là dell’alfabetizzazione ci sia un tema di accoglienza, affiancamento e frequentazione per l’integrazione di questi alunni. Io posso testimoniare il grandissimo sforzo degli istituti scolastici del territorio che in questi anni si sono adoperati per accogliere fin dal primo giorno nelle classi gli alunni appena arrivati, per consentire loro una partecipazione immediata”.

Un impegno che “in termini didattici e relazionali ha dato grandi soddisfazioni, ripagando lo sforzo e la grande professionalità degli insegnanti”, conclude Carletti. Paolo Bernardi, dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale di Reggio Emilia, fa notare che “insegnare italiano agli stranieri è una competenza specifica che non necessariamente l’insegnante di italiano che ha fatto un altro percorso professionale ha”. Inoltre “credo che ci siano delle risposte possibili che non vadano nella direzione delle classi differenziali ma in quella di costruire dei laboratori ‘intensivi’ che, soprattutto nei primi mesi di permanenza di un ragazzo straniero in Italia, possano occupare anche molte ore alla settimana per fargli acquisire lo strumentario minimo per interagire con i compagni”.

In questa direzione aggiunge Bernardi, “occorre però potenziare l’organico delle scuole con docenti specializzati per insegnare l’italiano agli stranieri. Purtroppo il concorso nazionale per questa specifica classe di docenti (di “lingua seconda”, ndr) non è mai partito e questi insegnati sono impiegati solo nei centri di istruzione per gli adulti. Questa secondo me è una limitazione molto grave”, conclude il dirigente. Per il presidente della Provincia di Reggio Emilia Giorgio Zanni, infine, “la vera inclusione è una sfida ancora aperta e dobbiamo ringraziare gli insegnanti che operano in condizioni non sempre facili, che noi come Provincia cerchiamo di migliorare”.

Intanto, secondo la nuova edizione (la trentesima) del “l’annuario della scuola reggiana”, presentata stamattina a Palazzo Allende, ci sono nelle scuole reggiane 11.960 studenti non italiani, in crescita di 249 unità rispetto allo scorso anno scolastico. Si tratta del 19,6% della popolazione studentesca (a fronte del 18,6% dello scorso anno scolastico), una percentuale più alta della media sia regionale (17,4%), che nazionale (10,6%). Gli studenti stranieri iscritti ad una scuola superiore sono 3.065. Il 20,3% frequenta un liceo, il 35,8% un istituto tecnico e il 43,9% una scuola professionale. Il loro numero è aumentato di 47 unità rispetto all’anno scorso. Il 69% degli alunni stranieri, infine, è nato in Italia.