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“Leda e il cigno”, il dipinto di Lelio Orsi torna a Novellara

29 marzo 2024 | 17:02
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“Leda e il cigno”, il dipinto di Lelio Orsi torna a Novellara

Sabato 6 aprile il Museo Gonzaga riaprirà con un allestimento
rinnovato e l’esposizione del celebre dipinto di Lelio Orsi

NOVELLARA (Reggio Emilia) – “Leda e il cigno” sta finalmente per tornare dove è giusto che stia: al Museo Gonzaga di Novellara, che si è fatto ancora più bello per accogliere al meglio il capolavoro dell’illustre concittadino Lelio Orsi, dopo una sorta di spy story durata oltre quindici anni. Tornerà a casa sabato 6 aprile, nel corso di una intera giornata dedicata a festeggiare appunto il restauro del Museo Gonzaga, ma soprattutto il ritorno a casa di “Leda e il cigno”.

Di questa bellissima opera autentica del pittore del Cinquecento Lelio Orsi – un olio su rame di 43×30 centimetri che i reggiani avevano potuto ammirare l’ultima volta a inizio 1988, grazie alla mostra dedicata al grande manierista emiliano al Teatro Municipale – si erano infatti perse le tracce fino al 24 gennaio 2008, quando l’opera era stata venduta dalla casa d’aste Sotheby’s di New York per poco più di un milione di dollari.

Da quel giorno il Comune di Novellara – da tempo intenzionato ad ospitarlo – ha iniziato una lunga battaglia giudiziaria trasformatasi in un vero e proprio giallo, come quelli magistralmente scritti – insieme all’amico Carlo Fruttero – dallo scrittore Franco Lucentini, che nel 1988 risultava legittimo proprietario del capolavoro dell’Orsi esposto a Reggio, che custodiva fra le sue cose più care tanto da farlo comparire in alcune scene della trasposizione cinematografica del romanzo La donna della domenica.

Pare che dopo la morte di Lucentini, avvenuta nel 2002, il dipinto fosse stato venduto nel 2003, da parte del fratello ed erede dello scrittore Lucentini, ad un antiquario di Milano, e da questi ad un altro che provvide, senza alcuna licenza, ad esportarlo in Gran Bretagna. Da qui, nel novembre 2006, con la acquisita verginità di una provenienza inglese, il dipinto fu agevolmente trasferito negli Stati Uniti, a New York, dove, stando alla scheda del catalogo Sotheby’s, venne in proprietà di Victor David Spark (che però, alla data indicata, era già morto da circa 15 anni) e, successivamente, dell’anonimo collezionista newyorchese che lo avrebbe presentato all’asta.

Dal Comune di Novellara partirono subito segnalazioni alla Soprintendenza di Modena e ai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio artistico di Bologna con il sospetto che l’opera fosse stata esportata clandestinamente. Le autorità italiane attivarono la Procura di Manhattan e l’FBI e grazie alla pronta azione del Nucleo Tutela Patrimonio artistico si riuscì ad annullare la già avvenuta vendita del capolavoro (venduto a un milione di euro) che, in base all’accordo operativo Italia-Stati Uniti fu restituito allo Stato italiano – con tanto di cerimonia all’Ambasciata italiana a Washington – il 29 aprile 2012.

Le peripezie di “Leda e il cigno” non erano però ancora finite. C’era infatti da attendere la fine del procedimento penale per illecita esportazione di opera d’arte avviato dal Tribunale di Roma, che si sarebbe poi concluso anni dopo con un’archiviazione per prescrizione senza l’indicazione della destinazione del bene. Nel frattempo, grazie anche alla preziosa consulenza del professor Massimo Pirondini, esperto del maestro manierista e curatore insieme a Elio Monducci della mostra reggiana negli anni Ottanta, il Comune di Novellara continuava a reclamare l’opera per ospitarla al Museo Gonzaga di Novellara, patria dell’artista. Si arriva così al 2020, quando l’Avvocatura dello Stato – che su sollecitazione del Comando di tutela aveva chiesto al Tribunale di Roma la confisca del dipinto – conferma di averla ottenuta a conclusione del procedimento di opposizione proposto dalle controparti.

Leda e il cigno

Con il sostegno anche della Regione Emilia-Romagna, attraverso l’assessore Mauro Felicori, il Comune di Novellara torna così alla carica per ospitare al Museo Gonzaga il capolavoro. Il Ministero della Cultura – che lo ha assegnato alla Direzione regionale musei Emilia-Romagna – Castello di Torrechiara, che per ragioni conservative e di sicurezza lo ha depositato alla Pinacoteca nazionale di Bologna – concede parere favorevole, ma a patto che la stessa Direzione regionale e il Comune raggiungano un accordo sulla miglior valorizzazione possibile di “Leda e il cigno”. L’intesa riguarda non solo un intervento di consolidamento della pellicola pittorica del capolavoro, che dovrà essere a carico del Comune, ma anche una serie di lavori di miglioramento del Museo Gonzaga.

“Un riallestimento complessivo della nostra sede museale che occupa diverse sale del cinquecentesco appartamento dei Conti Gonzaga, progettato, realizzato e decorato sotto la direzione di Lelio Orsi proprio al piano nobile della Rocca, che ha comportato un investimento complessivo di 165.000 euro, 42.000 dei quali finanziati dalla Regione Emilia-Romagna grazie alle Legge 18 – spiega il sindaco Elena Carletti – Lavori ora ultimati e che, da sabato 6 aprile, ci permetteranno di ospitare finalmente, dopo tutti questi anni di intrighi internazionali e di faticoso lavoro amministrativo”.