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La Fiom Cgil: profitti aziende immuni da costi energia

20 marzo 2024 | 14:34
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La Fiom Cgil: profitti aziende immuni da costi energia

L’utile del 2022 è stato di 1,2 miliardi, contro i 993 milioni del 2021 e i 757 del 2018. Il sindacato: ci aspettiamo contratti record

REGGIO EMILIA – I costi energetici esplosi nel 2022 non hanno impedito alle imprese metalmeccaniche reggiane di continuare a macinare profitti record. Lo evidenzia una ricerca commissionata dalla Fiom-Cgil provinciale secondo cui, dunque, “ci sono le condizioni per firmare e applicare contratti altrettanto da record”.

Lo studio, a firma del ricercatore Matteo Gaddi dell’ufficio Studi della Camera del lavoro di Reggio Emilia, arriva mentre nelle aziende sono in corso le assemblee unitarie per presentare la piattaforma di rinnovo del contratto nazionale di Federmeccanica, in scadenza a giugno. Tra le proposte che i lavoratori voteranno entro il 10 aprile, anche un aumento di 280 euro mensili per recuperare il potere d’acquisto bruciato dall’inflazione.

Tornando all’analisi, presentata stamattina, questa ha preso in considerazione i bilanci dell’ultimo quinquennio di 1.041 realtà produttive del territorio (pari al 99% del totale) che impiegano circa 38.000 operai. Il primo dato emerso è che il fatturato delle aziende, già cresciuto nel 2021 rispetto al massimo degli ultimi 20 anni registrato nel 2018 (passando da 12,4 a 14,8 miliardi) è salito anche nel 2022 toccando quota 17,4 miliardi. Questo a dispetto degli allarmi lanciati dalle imprese, che ipotizzavano una contrazione dei margini di profitto a causa dei costi energetici.

L’utile netto registrato nel 2022 è stato invece di 1,2 miliardi, contro i 993 milioni del 2021 e i 757 del 2018. Il totale degli utili negli ultimi 5 anni, invece, è pari a 4 miliardi. Nella voce “servizi” dei bilanci scansionati dalla Fiom, in cui rientrano anche i costi energetici, questi hanno poi inciso nel 2022 sulle spese totali per il 15%, in linea con gli anni precedenti. Per quanto riguarda il “valore aggiunto”, che misura la redistribuzione della ricchezza prodotta, la ricerca mostra che gli utili sono aumentati del 7% dal 2018, mentre i costi per il personale si sono ridotti della stessa percentuale in questo arco di tempo.

Infine, secondo l’analisi, ciascuna delle 38.000 tute blu reggiane è costata in media all’azienda 54.000 euro e avrebbe guadagnato circa 27.000 euro. Ovvero la stessa cifra che ha fatto guadagnare con il suo lavoro all’imprenditore che lo ha assunto. I dividendi erogati agli azionisti dalle imprese reggiane ammontano infine negli ultimi cinque anni a 702 milioni.

Simone Vecchi, segretario della Fiom commenta i numeri e avvisa: “In questi mesi stiamo vedendo un oggettivo calo degli ordini e dei volumi produttivi di molte realtà, ma chiediamo di evitare di strumentalizzare un periodo di alcuni mesi di congiuntura negativa per non riconoscere aumenti salariali a fronte di un decennio di crescita dei profitti e di divaricazione tra questi e il costo di lavoro”. Il segretario lancia poi una sfida alla Unindustria locale proponendo un tavolo per “l’analisi condivisa dei bilanci delle aziende metalmeccaniche, utile a fare insieme valutazioni che riguardano anche il contratto nazionale”.