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Maneggio abusivo a Cella, ultimo ricorso in stallo

6 febbraio 2024 | 12:22
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Maneggio abusivo a Cella, ultimo ricorso in stallo

Il Comune e la società Brecogen dei fratelli Pasquale, Luigi e Francesco Brescia, dovranno chiarire se intendono proseguire nell’ennesimo contenzioso

REGGIO EMILIA – Entro due mesi il Comune di Reggio Emilia e la società Brecogen dei fratelli Pasquale, Luigi e Francesco Brescia, dovranno chiarire se intendono proseguire nell’ennesimo contenzioso che, dopo 12 anni, li vede ancora contrapposti sulla vicenda del “New West Ranch”.

La struttura nella frazione di Cella era stata realizzata senza le autorizzazioni urbanistiche e edilizie e, negli anni passati, fungeva da punto di ritrovo degli uomini della cosca di ‘ndrangheta radicata in provincia, ma anche di esponenti delle Forze dell’ordine infedeli (per Pasquale Brescia sono scattate una condanna a 13 anni per associazione mafiosa nel processo Aemilia e una a sei mesi per una lettera di minacce mafiose scritta dal carcere al al sindaco Vecchi).

Nel 2016, dopo una battaglia giudiziaria iniziata quattro anni prima, il maneggio è stato demolito e l’area su cui sorgeva acquisita al patrimonio pubblico. L’ultima mossa dei Brescia è stata l’impugnazione davanti al Tar di Parma del provvedimento – datato 2020 – con cui è stato ingiunto alla loro società il pagamento di circa 135.000 euro a titolo di recupero delle spese sostenute dal Comune di Reggio per la demolizione delle opere abusive.

Proprio su questa controversia si è espresso oggi il tribubale amministrativo con un’ordinanza, in cui chiede alle parti in causa cosa intendono fare, “considerato che non risulta di recente compiuta alcuna attività processuale indicativa della permanenza dell’interesse alla decisione di merito”.

I giudici ricordano che “nel caso in cui la parte ricorrente rimanga inerte dopo un’ordinanza istruttoria dichiaratamente finalizzata ad accertarne la permanenza dell’interesse alla decisione della controversia, il giudice adito può dichiarare l’improcedibilità del ricorso traendo elementi decisivi dal comportamento processuale della parte che così manifesta implicitamente, ma in modo inequivoco, il suo attuale disinteresse alla definizione del giudizio”.

Per la calendarizzazione dell’udienza della trattazione del ricorso, quindi, “è necessario che la parte ricorrente motivatamente precisi se permanga l’interesse alla decisione di merito e, in caso positivo, aggiorni all’attualità la situazione relativa alla vicenda oggetto della controversia, comunicando (e documentando) eventuali fatti o atti intervenuti successivamente all’instaurazione del giudizio”.

Anche l’amministrazione resistente, cioè il Comune, “verifichi però la completezza della propria attività difensiva e, se necessario, provveda alle integrazioni del caso, comunque riferendo di eventuali fatti o atti sopravvenuti e di eventuali circostanze dalle quali possa desumersi la cessazione della materia del contendere o la sopravvenuta carenza di interesse a coltivare il ricorso”, si legge ancora nell’atto del Tar (fonte Dire).