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La Uil: “Si vuole edilizia sicura? Si applichi il contratto”

21 febbraio 2024 | 16:04
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La Uil: “Si vuole edilizia sicura? Si applichi il contratto”

Nota, segretario Feneal: “Va spezzata la catena malsana degli appalti al massimo ribasso “di cui risentono anche gli oneri per la sicurezza”

REGGIO EMILIA – Applicare in modo pieno il contratto unico dell’edilizia. Secondo Giulio Nota, segretario della Feneal Uil di Reggio Emilia, è la bussola da seguire per vincere “la guerra a bassa intensità” delle morti sui cantieri, che miete oltre mille vittime all’anno. Nota lo ribadisce oggi al presidio dei lavoratori convocato insieme alla Cgil (presenti le categorie degli edili Fillea, dei metalmeccanici della Fiom dei pensionati dello Spi e la segreteria confederale) a cui hanno preso parte oltre 100 lavoratori che rivendicano il diritto di tornare sani e salvi a casa dopo il lavoro. L’iniziativa – su proposta della Feneal Uil – si è svolta nel principale cantiere della città di Reggio, quello della tangenziale nord, appaltato alla ditta De Sanctis.

Sull’importanza di applicare il contratto edile, Nota insiste: “La tragedia che è successa a Firenze la dimostra: ai lavoratori era applicato il contratto dei metalmeccanici, certamente dignitoso, ma meno costoso di quello edile perché l’edilizia ha da questo punto di vista 70 anni di storia della bilateralità in cui c’è tutto un sistema di tutele dei lavoratori legato alla sicurezza”. Ad esempio, ricorda il segretario, “le 16 ore di cantiere per i lavoratori che si affacciano nel mondo del lavoro al primo impiego, che hanno l’obbligo di fare questa formazione sulla sicurezza, limitando i rischi che comunque questa professione si trascina”.

Secondo Nota va poi spezzata la catena malsana degli appalti al massimo ribasso “di cui risentono anche gli oneri per la sicurezza”, mentre per i subappalti a cascata, introdotti l’anno scorso da una modifica del testo unico della materia, il leader della Feneal reggiana spiega: “Sono di certo un problema, ma per onestà intelletuale va ricordato che nascono da normative europee, che hanno fatto sì che oggi questi subappalti siano passati dal 30 al 50%”. Altro aspetto del problema sono le partite Iva presenti nel settore dell’edilizia, a livello provinciale 1.250 su 4.500 lavoratori (uno su quattro). Su quante di queste siano poi “genuine” o trasformino gli operai in artigiani solo per farli lavorare, Nota propone meccanismi ostativi per “rendere più difficile aprire le partite Iva”. In provincia di Reggio, la sicurezza non parte però da zero.

“Come organizzazioni sindacali- ricorda ancora Nota- abbiamo firmato un protocollo che ritengo molto importante che permette di controllare gli accessi e le presenze nei cantieri, combattendo le infiltrazioni della criminalità che questo territorio ha vissuto con il processo Aemilia, ma anche migliorando la sicurezza”. Non solo: “Abbiamo ottenuto il rinnovo del contratto provinciale, chiuso l’unificazione della scuola edile col Cpt, creato un sistema di Rslt che funziona e inziato la sperimentazione del badge di cantiere”. Ora, conclude Nota parlando alla ‘Dire’, “dobbiamo dire basta a questo modo di lavorare per consegnare le opere sempre più in fretta in nome del profitto, che certamente non vale una vita”. Dai sindacati anche la necessità di aumentare il numero e soprattutto le retribuzioni del personale ispettivo preposto ai controlli nelle aziende.