Esercito in zone calde, il consiglio comunale dice “no”

26 febbraio 2024 | 19:50
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Esercito in zone calde, il consiglio comunale dice “no”

Respinta una mozione della Lega in merito alla richiesta di inserimento del Comune di Reggio Emilia nell’operazione Strade sicure promossa dal Ministero della difesa

REGGIO EMILIA – Il Consiglio comunale ha respinto – con 8 voti favorevoli (Lega Salvini premier, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Alleanza civica, Coalizione civica, M5S) e 15 voti contrari (Pd, Più Europa,Reggio è) – una mozione, primo firmatario il consigliere Sacchi della Lega, in merito alla richiesta di inserimento del Comune di Reggio Emilia nell’operazione Strade sicure promossa dal Ministero della difesa che prevede l’arrivo dell’esercito nelle città

Questo l’esito del dibattito rovente andato oggi in scena in Consiglio comunale con in discussione sul tema di due mozioni. La prima, avanzata da Stefano Sacchi della Lega e respinta, invocava l’invio dei militari nel quartiere più degradato della città, dove a breve partirà un progetto del Comune coadiuvato da 60 associazioni (“stazione off”).

Contrapposto il documento di Paolo Genta (Pd)- approvato- con al centro la proposta di chiedere più poliziotti e Carabinieri. Il dem ha autoemendato la sua mozione eliminando alcuni passaggi per consentire anche a Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Fabrizio Aguzzoli – candidato sindaco di Coalizione civica – di votarla. Il sindaco Luca Vecchi, intervenuto nella discussione, spiega: “Non ho nessuna preclusione verso l’impiego dell’esercito. Ma chiederlo è una compertenza del prefetto, che ha già valutato che non sarebbe del tutto spendibile, visto che agirebbe solo in ottica di prevenzione e tutela in funzione antiterroristica”.

Per il sindaco va quindi perseguita una doppia strada “facendo leva sulle forze dell’ordine che qui operano con grande professionalità e chiedendo allo Stato di incrementarle, ma non dimenticando di rafforzare quella gamba sociale e l’investimento sul protagonismo civico dei cittadini che in altri contesti ha dato risultati”. Si tratta, conclude Vecchi, “di parti della stessa strategia e se non lo capiamo e le separiamo, siamo destinati ad essere fallimentari”.