Elezioni, il non expedit del vescovo Giacomo Morandi

13 febbraio 2024 | 19:08
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Elezioni, il non expedit del vescovo Giacomo Morandi

Il vescovo ha vietato, a chi ha ruoli nelle parrocchie, di candidarsi alle prossime elezioni amministrative. Se proprio vorranno, si dovranno sospendere

REGGIO EMILIA – Qualcuno ha tirato fuori il non expedit, una disposizione della Santa Sede con cui si dichiarò inaccettabile che i cattolici italiani partecipassero alle elezioni politiche del Regno d’Italia, ma la lettera di monsignor Giacomo Morandi è evocativa, pur nelle differenze, di quello che accadde nel 1861.

Il vescovo di Reggio Emilia ha recentemente inviato una comunicazione ai cattolici, attivamente coinvolti in ruoli pastorali o ministeriali, incoraggiandoli ad evitare l’ambito dell’agone amministrativo per il bene della comunità ecclesiale. La comunicazione, datata 2 febbraio ed emanata dalla Curia reggiana, è stata indirizzata a tutti i parroci della diocesi e ha sottolineato l’importanza di preservare l’unità e la coesione all’interno della Chiesa locale.

Nel documento, si avverte che chi abbia l’intenzione di candidarsi alle elezioni amministrative del giugno 2024, durante le quali si voterà per il rinnovo del sindaco e del consiglio comunale, è tenuto a presentare le sue dimissioni da eventuali incarichi diocesani e pastorali. Questo provvedimento, si spiega nella lettera, è stato adottato per evitare possibili tensioni politiche all’interno delle comunità ecclesiali, considerando le differenze di opinioni che possono emergere durante il periodo elettorale.

La disposizione di monsignor Giacomo Morandi include anche il divieto alle parrocchie di ospitare presentazioni e dibattiti politici di qualsiasi orientamento.

Si tratta di una disposizione che, ovviamente, non coinvolge tutti i cattolici, ma solo chi riveste certi ruoli. Fra questi i lettori (che leggono in chiesa), gli accoliti (sono quelli che fanno servizio all’altare), i catechisti e i ministri della comunione che, appunto, possono dare la comunione (uno di questi, per esempio, è il politico reggiano Graziano Delrio). Si tratta di una disposizione che, dunque, coinvolge molti soggetti e potrebbe avere anche un discreto impatto sulle prossime elezioni amministrative. Il vescovo Morandi, nella lettera inviata alle parrocchie, fa poi riferimento all’Istruzione del suo predecessore Massimo Camisasca, anche se poi non precisa cosa vi sia scritto.

La faccenda è così complessa che, oggi, sono perfino apparse delle Faq, sul sito della Libertà on line, il giornale della diocesi, in cui si forniscono degli strumenti per interpretare la lettera di monsignor Morandi. Si spiega, a scanso di equivoci, che i cattolici possono continuare ad impegnarsi in politica, ma si aggiunge anche che “le attività tipiche della comunità cristiana (culto, catechesi, carità e misericordia) non devono essere confuse con l’attività di promozione partitica”. Quindi si dice che catechisti, lettori, accoliti e ministri straordinari dell’eucarestia, se vogliono candidarsi, dovranno sospendere il loro servizio. Ovviamente questo vale anche per i diaconi. Si dice infine che non si possono accogliere in chiesa o negli ambienti parrocchiali incontri e dibattiti in vista delle elezioni.

Si tratta di una disposizione di cui è difficile rintracciare similitudini nel resto d’Italia. Rimane quindi da chiedersi perché è stata emanata proprio a Reggio e cosa ha spinto il vescovo a redigere una lettera del genere.