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Cusna, bruciati 280mila metri quadrati di prateria

4 febbraio 2024 | 13:17
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Cusna, bruciati 280mila metri quadrati di prateria

L’origine delle fiamme sembra essere intenzionale. Il Parco nazionale: “Invitiamo alla prudenza”

REGGIO EMILIA – Il Parco Nazionale dell’Appennino tosco-emiliano esprime “costernazione” per l’incendio che ha devastato quasi 28 ettari di preziose praterie di alta quota del Cusna, un habitat di grande valore naturalistico inserito nelle Zone speciali di conservazione della Rete Natura 2000. Si tratta di una rete ecologica europea volta a preservare a lungo termine gli habitat naturali e le specie minacciate o rare.

L’incendio è avvenuto nella zona del Monte Cusna, lungo il versante destro della valle dell’Ozola, a ridosso del crinale, dove si trovano ghiaioni ripidi, praterie con graminacee e brughiera con mirtilli, salici e ginepri nani. L’origine dell’incendio sembra essere stata intenzionale, ma al momento non è possibile determinare le cause con certezza.

Le fiamme si sono sviluppate poco dopo le 16 di ieri a quota 1800 metri sopra Costa delle Veline, nel Comune Ventasso (Ligonchio), nei pressi del sentiero 623, che sale al Battisti, all’incrocio col 627 che, invece, sale verso il Cusna. Il vento forte ha alimentato le fiamme, spingendole verso la vetta, superando anche macchie di neve e cordoni rocciosi.

incendio

Spiega Giuseppe Vignali, direttore del Parco nazionale dell’Appennino tosco emiliano: “Siamo proprio al limitare di un bellissimo bosco di faggio, tra quelli di maggior pregio del nostro Parco, ma il vento forte che spirava da Sud Ovest ha spinto l’incendio verso la vetta del Cusna dove è arrivato in poche ore, con le fiamme che hanno letteralmente saltato macchie di neve e cordoni rocciosi”.

E aggiunge: “Desideriamo ringraziare l’intervento dei Vigili del Fuoco, nella mattinata di oggi ancora impegnati con lanci d’acqua prelevati dal bacino a servizio della Centrale idroelettrica di Ligonchio e che intendono scongiurare che il fuoco possa riavviarsi interessando anche la parte forestale, del Saer e dei nostri Carabinieri forestali che stanno presidiando la zona e cui competeranno le indagini”.

Conclude Vignali: “Come Parco nazionale dobbiamo evidenziare che la combinazione tra una frequentazione sempre più intensa delle nostre montagne e il cambiamento climatico in atto che purtroppo ci riserva intensi periodi di siccità, crea situazioni di grave pericolo. Da qui il nostro invito a essere estremamente prudenti: può bastare davvero poco a innescare incendi dalle conseguenze disastrose. Di solito in questo periodo dell’anno il Cusna era bianco e completamente innevato, invece, ora lo vediamo nero e bruciacchiato. È un’immagine triste che ci ricorda che i tempi sono cambiati e che dobbiamo aumentare molto la nostra attenzione verso pericoli nuovi che solo qualche decennio fa non esistevano”.