Coalizione Civica svela i suoi primi quattro candidati

16 febbraio 2024 | 18:24
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Coalizione Civica svela i suoi primi quattro candidati

Aguzzoli: “Donne e uomini capaci che porteranno valore aggiunto alla città”

REGGIO EMILIA – Donne e uomini, con esperienze in Europa come sul territorio, nella scuola, nell’educazione, nella tutela dei diritti. Persone con competenze, esperienze e volontà di contribuire a cambiare Reggio Emilia, una realtà che negli ultimi anni ha vissuto un pericolosissimo e costante declino. Sono Maria Antonietta Augenti, Giorgio Ficcarelli, Andrea Masini e Claudia Manzini, i primi quattro candidati di Coalizione Civica pronti ad affiancare il candidato sindaco Fabrizio Aguzzoli nell’imminente campagna elettorale.

Dice Aguzzoli: “Che persone del livello di Maria Antonietta, Giorgio, Andrea e Claudia abbiamo deciso di sostenere il nostro progetto è una grande soddisfazione, un attestato di stima. E un vantaggio, perché ci garantisce credibilità, capacità, occhi attenti e allenati a valutare situazioni difficili e a cercare soluzioni a vantaggio della comunità. Quello che Coalizione Civica vuole fare, per proporre un’alternativa di livello sia a un centro-sinistra affarista impegnato solamente nella consueta divisione dei ruoli e degli incarichi sia a un centro-destra che guarda ai propri orticelli di partito, senza occuparsi davvero delle esigenze reggiane”.

MARIA ANTONIETTA AUGENTI
Maria Antonietta Augenti è un’esperta di educazione e inclusività. Madre, Insegnante nelle scuole primarie, specializzata sul sostegno e con un master sui disturbi dello spettro autistico, oggi dottoranda a Scienze dell’Educazione a Bologna. 39enne, porta preziose capacità e conoscenze, pratiche e teoriche, su temi fondamentali. “Il nostro programma è orientato alle famiglie e alle donne. Vogliamo evidenziare il potere delle donne, il loro ruolo nella società e nella politica, contro ogni discriminazione e violenza di genere. E vogliamo dare un’attenzione particolare verso le famiglie, in particolare quelle fragili. La pandemia ci ha lasciato una situazione fortemente aggravata per quanto riguarda le famiglie con figli minori. Vanno ascoltate, con servizi appositi, e vanno affiancate”, spiega. Per quanto riguarda la disabilità, “vogliamo lanciare progetti di inclusione, rivolto a bambini e bambine con disabilità e con disturbi specifici dell’apprendimento all’interno delle scuole e sul territorio, attraverso un dialogo costante con le famiglie. E attueremo progetti di inserimento lavorativo e di progetto di vita, in dialogo con le cooperative sociali del territorio”.

GIORGIO FICCARELLI
Giorgio Ficcarelli, 63 anni, è da decenni impegnato all’estero, all’interno delle delegazioni dell’Unione Europe all’estero e dell’ufficio locale dell’UNDP, il programma di sviluppo delle Nazioni Unite. Oggi è il principale amministratore principale dell’Unità G2 – Autorità Locali, Fondazioni e Società Civile, all’interno della direzione generale per il Partenariato internazionale (DG INTPA) della Commissione Europea a Bruxelles.

Consigliere principale su temi di sviluppo territoriale e di cooperazione decentralizzata tra enti locali, responsabile per l’organizzazione dei Forum “Città e Regioni per i partenariati internazionali” e dell’iniziativa pilota del Parlamento Europeo “Internazionalizzazione delle esperienze e del modello dell’iniziativa Città Capitali Europee della Cultura”.

La mia esperienza e il mio percorso internazionale mi ha portato spesso a lavorare in zone delicate, ragionando di dialogo e prevenzione dei conflitti e gestendo finanziamenti ai progetti per i paesi in situazioni di fragilità. Ora voglio impegnarmi per la città in cui sono nato e a cui sono legato, una realtà che ha tante potenzialità ma necessita anche di tanti cambiamenti, di interventi incisivi. Penso di poter dare un contribuito a questo cambiamento, sfruttando le competenze maturate sul campo, per il reperimento di risorse europee e non solo”, spiega.

CLAUDIA MANZINI
Claudia Manzini, 56 anni, madre di tre figli da 30 impegnata nella cooperazione sociale, prima come educatrice e da 15 anni come responsabile dell’Ufficio Soci. Si occupa dello sportello sociale per le lavoratrici e i lavoratori, della certificazione di parità di genere e del gruppo pari opportunità della cooperativa in cui opera. Fa parte del direttivo regionale, provinciale e della Funzione Pubblica della CGIL.

Il lavoro, e le grandi sofferenze odierne di una buona fetta di dipendenti e autonomi, sono un tema che conosce benissimo. “In Italia un quarto dei lavoratori percepisce una bassa retribuzione e più di un lavoratore su 10 si trova in condizione di povertà. La nostra città rispecchia esattamente questa condizione che ci fornisce anche un altro dato importante: coloro che in percentuale percepiscono redditi più bassi, alla soglia di povertà, è donna. Le donne hanno maggiori difficoltà a affacciarsi sul mercato del lavoro e a trovare una occupazione stabile e ben remunerata, senza contare che spesso si parla di part-time”, ricorda. Reggio deve impegnarsi per un percorso che preveda “l’istituzione del salario minimo di 9 euro l’ora partendo dalle lavoratrici e dai lavoratori comunali e in appalto (adeguamento retributivo dignitoso), di tavoli di lavoro per ridefinire e incentivare la cultura del welfare aziendale e di interventi programmati e diffusi per aiutare le famiglie che si prendono cura di anziani e disabili, con un rafforzamento dei servizi di domiciliarità, rivedendo i tempi previsti dall’accreditamento.

ANDREA MASINI
Andrea Masini, 62enne, ha lavorato come insegnante di matematica per 40 anni e come programmatore informatico per una decina di anni, unendo al lavoro diversi anni di volontariato giovanile sul fronte delle tossicodipendenze. Sposato, con due figli, ben radicato nel proprio tessuto sociale.

Dopo una vita trascorsa a fianco dei giovani a scuola, ora vorrei continuare a impegnarmi e a relazionarmi con loro anche in altri contesti. E credo ce ne sia bisogno. Ricordo che il 48,5% dei reggiani non supera la licenza media e il 13,4% dei reggiani tra 18 e 24 anni abbandona gli studi. Dati che mostrano una mancanza di formazione adeguata e una povertà educativa che porta all’indebolimento del tessuto sociale, all’emarginazione sociale, alla disoccupazione.

Come possiamo intervenire? Creando luoghi culturali e sociali per i giovani, soprattutto per le persone economicamente e culturalmente in difficoltà. Luoghi accessibili a tutti, slegati da un qualsiasi discorso economico come quelli già presenti. Dobbiamo far conoscere ai giovani le problematiche del territorio in cui vivono e degli strumenti che, come cittadini, hanno a disposizione. Le possibilità sono tante, dai doposcuola nelle periferie alle aperture pomeridiane delle scuole, al coinvolgimento nello sport organizzato dei bimbi con famiglie prive di risorse economiche. Le società sportive vanno aiutate.