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Caramella Buona, l’Anpi condannata per diffamazione

26 febbraio 2024 | 16:15
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Caramella Buona, l’Anpi condannata per diffamazione

La Corte d’appello ha confermato la sentenza di primo grado che il Tribunale di Reggio Emilia aveva emesso tre anni fa. I partigiani dovranno pagare 20mila euro

REGGIO EMILIA – L’Anpi è stata condannata a pagare alla Caramella Buona, per diffamazione, 20mila euro dalla Corte d’Appello di Bologna per una vicenda accaduta nel 2015. La Corte d’appello ha confermato la sentenza di primo grado che il Tribunale di Reggio Emilia aveva emesso tre anni fa.

Scrive la Caramella buona, un’associazione reggiana che, da tempo, si batte contro la pedofilia: “In occasione di un Torneo di Calcio per bambini, a cui aveva partecipato a Milano l’Associazione contro la pedofilia La Caramella Buona con partner altre realtà sociali, l’Anpi aveva diffuso dei comunicati stampa nei quali diffamava pesantemente la Onlus, facendola apparire come realtà fiancheggiatrice dei nazi-fascisti e addirittura definendo l’evento benefico di calcetto come “Un torneo di calcio modello SS”. Il presidente della Caramella Buona Roberto Mirabile agiva in giudizio, per tutelare l’onore e la reputazione dell’Associazione, al fine di far accertare le gravi condotte diffamatorie dell’Anpi, che si erano realizzate con l’ampia diffusione dei comunicati a mezzo internet, tramite i social e la posta elettronica”.

Il Tribunale di Reggio Emilia, con la sentenza di primo grado, aveva accolto la domanda proposta dalla Caramella Buona e aveva condannato l’Anpi al risarcimento del danno non patrimoniale di ventimila euro. I partigiani avevano impugnato la sentenza nel 2020, davanti alla Corte di Appello di Bologna, chiedendone l’integrale riforma. La Corte di Appello, nei giorni scorsi, ha rigettato l’appello confermando la sentenza di primo grado e condannando l’Anpi al pagamento delle spese di giudizio.

“Sono particolarmente soddisfatto di questa sentenza – dichiara Roberto Mirabile – che rende onore alla Caramella Buona e ai suoi collaboratori per i tanti anni di impegno contro la pedofilia. Quando si parla di tutelare i bambini non devono esserci di mezzo ideologie di alcun tipo e squallide strumentalizzazioni. Il danno che abbiamo subito da parte dell’Associazione Partigiani è stato considerevole e penso che proprio loro, che si dicono portatori di ideali democratici ed etici, non avrebbero dovuto diffamarci ma casomai sostenerci nella nobile causa contro la pedofilia. Se vogliono, fanno ancora in tempo”.

“Le sentenze di primo e secondo grado rendono giustizia a La Caramella Buona- dichiara l’avvocato Monica Nassisi- che è stata diffamata senza alcuno scrupolo dall’Anpi, che peraltro non ha mai tenuto in considerazione la meritoria e fondamentale attività di contrasto della pedofilia e di sostegno delle fragili vittime svolto dall’Associazione, che ho avuto l’onore di rappresentare in giudizio”.