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Valore (Dire): “Palazzo Chigi ci ha lasciati senza contratto”

2 gennaio 2024 | 16:19
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Valore (Dire): “Palazzo Chigi ci ha lasciati senza contratto”

L’editore dell’agenzia di stampa: “Siamo stati costretti a sospendere 17 giornalisti, siamo pronti ad appellarci alla presidente Meloni”

REGGIO EMILIA – “Nel pomeriggio del 29 dicembre, a poche ore dall’avvio della nuova procedura negoziata per l’acquisto dei servizi giornalistici dell’agenzia Dire da parte del Dipartimento editoria di Palazzo Chigi, ci siamo ritrovati senza il nuovo contratto che doveva partire il primo gennaio 2024″. Così, in una nota, l’editore dell’agenzia Dire, Stefano Valore.

Che aggiunge: “Abbiamo subito provato a contattare gli uffici il 29, 30 e 31 dicembre, purtroppo senza esito, inoltrando tutte le informazioni richieste e chiedendo una interlocuzione finalizzata a far rientrare la decisione. Questo è successo a pochi giorni dall’avvio della ristrutturazione necessaria a salvaguardare la sostenibilita’ dell’azienda e il livello occupazionale. Una decisione sofferta che ha costretto ad interrompere il rapporto di lavoro con 14 giornalisti. Ora ci troviamo di nuovo costretti a sospendere altri 17 giornalisti proprio per la perdita inaspettata e immotivata del nuovo contratto. Appena appresa, il 29 dicembre alle 13.02, la notizia della sospensione del contratto, anticipata irritualmente a mezzo stampa, tutta l’azienda si è attivata in ogni sede per una soluzione. Purtroppo nessun interlocutore istituzionale ha risposto, forse a causa delle festività”.

Spiega Valore: “Non avendo quindi ottenuto né supporto né risposte siamo stati costretti, per preservare il futuro dell’azienda, a sospendere temporaneamente 17 giornalisti, con la speranza che questa incredibile vicenda trovi soluzione gia’ nelle prossime ore. Fino ad ora abbiamo registrato un assoluto silenzio. Confidiamo e speriamo che lo stallo possa essere superato al più presto”.

Conclude l’editore: “Diversamente ci appelleremo anche al Presidente del Consiglio, onorevole Giorgia Meloni, chiedendo il suo intervento per garantire il futuro dell’agenzia Dire e dei 120 dipendenti (e loro famiglie) che ogni giorno lavorano per garantire l’informazione primaria e a tutela del pluralismo”.