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“Sicurezza, si pensi ad aree di consumo controllate della droga”

20 gennaio 2024 | 13:13
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“Sicurezza, si pensi ad aree di consumo controllate della droga”

La proposta di Federica Zambelli di Sinistra in Comune per la zona stazione: “Una zona controllata e sicura in concerto con le forze dell’ordine, servizi sociali e Ausl, in relazione con il volontariato già presente, permetterebbe di affrontare il problema da diversi punti garantendo sicurezza sia per chi consuma che per chi abita il quartiere”

REGGIO EMILIA Per la zona stazione e per la sicurezza urbana di Reggio Emilia non servono fallimentari approcci securitari e repressivi, ma investimenti sociali e aree di consumo controllate. Il dibattito sulla sicurezza urbana, che a Reggio si traduce principalmente nel parlare della zona stazione, esplode regolarmente a ridosso delle elezioni amministrative.

Da una parte è normale, i problemi sono evidenti e chi si candida a governare la città tende a misurarsi sulle contraddizioni più evidenti per sviluppare proposte ed idee più o meno risolutive. Non vogliamo sottrarci, anzi ci auguriamo che parlare di zona stazione e della sicurezza urbana non rimanga mera retorica politica utile solo ad evidenziare i problemi senza poi concretizzare soluzioni come è stato nelle ultime tornate elettorali.

Povertà, mancanza di un tetto, politiche migratorie fallimentari che generano irregolarità, incompleti processi di integrazione concorrono nel generare un forte disagio sociale innescando a sua volta meccanismi che comunemente vengono descritti con la parola degrado. Grande e piccola criminalità, spaccio e tossicodipendenza, violenza di strada e abusivismo abitativo nascono da guasti riconducibili altrove, per noi sono gli effetti scontati di una società dove la vita delle persone non conta perché vale solo il profitto.

Affrontare gli effetti di questi meccanismi nocivi senza affrontare le cause strutturali del disagio non è risolutivo. Si parla qui di tagli al welfare, politiche di accoglienza inefficaci, sfruttamento lavorativo e fallimentari legislazioni nazionali sull’immigrazione e sulle droghe agiti da questo e dai precedenti governi nazionali.

Una vera risoluzione ricade solo parte sul piano locale. Ma anche un governo cittadino può tanto, innanzitutto interrompere la catena delle cattive prassi senza pensare che ogni problema si possa risolvere con un’unica ricetta, ovvero il potenziamento del piano repressivo. Puntare tutto sulle forze dell’ordine non funziona, se i problemi invece di essere scomparsi sono aumentati significa che questa ricetta è sbagliata o perlomeno insufficiente. L’azione di polizia agendo solo sul piano repressivo non fa che spostare i problemi di quartiere in quartiere: prima Santa Croce, adesso la zona stazione, poi il Mirabello e San Pietro.

Serve affrontare la questione da diversi punti a partire dalla prevenzione del disagio sociale innanzitutto garantendo un posto letto. La mancanza di un dormitorio, per una ristrutturazione interna di servizi, è stato un elemento che ha sicuramente inciso sugli ultimi avvenimenti. La zona stazione è inoltre abitata anche da tante realtà che si muovono per garantire servizi di prima necessità alle persone senza dimora, come per esempio un pasto caldo, coperte e vestiti, e che costruiscono relazioni. E’ necessario valorizzare questo lavoro e fortificare le reti così come aumentare i presidi sociali nella zona.

Servono anche idee coraggiose ed innovative sul piano sociale ed educativo che sperimentino strategie che in altre città europee sono risultate vincenti. Abbiamo letto con piacere l’intervista rilasciata al Carlino da Luca Censi, dirigente della cooperativa Papa Giovanni XXIII e pensiamo che Reggio Emilia dovrebbe investire di più in queste competenze già presenti nel quadro dei servizi sociali locali. Ci piace molto pensare alla sicurezza dei nostri quartieri mettendo al centro le persone, tutte.

L’idea di una area di consumo controllata e sicura in concerto con le forze dell’ordine, servizi sociali e Ausl, in relazione con il volontariato già presente, permetterebbe di affrontare il problema da diversi punti garantendo sicurezza sia per chi consuma che per chi abita il quartiere, riducendo non solo l’impatto sul quartiere ed i suoi abitanti ma offrendo una possibilità di uscita anche alle persone tossicodipendenti.

Vogliamo fare nostra questa proposta e lavorare affinché la prossima amministrazione di cui vorremmo fare parte metta tra i suoi obbiettivi l’adozione di suddette strategie implementando aree di consumo controllate.

Federica Zambelli, per SIC! Sinistra in Comune