Il bilancio di Vecchi: “Fare il sindaco, esperienza straordinaria”

20 gennaio 2024 | 16:46
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Il bilancio di Vecchi: “Fare il sindaco, esperienza straordinaria”

Il primo cittadino al Valli per “Immagina domani”: “Quando inizi questa esperienza, pensi di cambiare una città, strada facendo ti accorgi che è la città che ha cambiato te”

REGGIO EMILIA – Il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi ha svolto oggi, in un teatro Municipale ‘Romolo Valli’ gremito, un ampio intervento di analisi del lavoro svolto nei suoi due mandati politico-amministrativi, svolti dal 2014 al 2024, ponendo strategie e azioni compiute in relazione con il futuro, con gli scenari nuovi che si presenteranno in Europa, in Italia e nel mondo e che sempre più direttamente incidono sulla realtà delle città e delle comunità.

Durante l’evento, dal titolo Immagina domani – 10 anni di politiche, strategie e azioni per la città del futuro, dopo l’intervento del sindaco Vecchi, si è svolto un dialogo condotto dal giornalista Francesco Cancellato, direttore responsabile di Fanpage.it, con i contributi di approfondimento di Fabrizio Barca, statistico ed economista, già ministro e oggi coordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità; Simonetta Gola, direttrice della Comunicazione di Emergency; Stefano Mancuso, neurobiologo delle piante, direttore del Laboratorio internazionale di Neurobiologia vegetale; Vanessa Roghi, storica dell’educazione.

Ecco un stralcio del lungo intervento di Vecchi

Fare il sindaco è stata un’esperienza straordinaria. Non è un impegno politico che puoi vivere animato dalla sola ambizione. Fare il sindaco richiede una passione innata per le persone, una predisposizione a farsi carico dei problemi e delle critiche, degli umori e dei punti di vista di 170.000 persone. Puoi vivere questa esperienza solo se animato da una vocazione laica verso la tua città, una sincera passione ad occuparti dei problemi della città. Fare il sindaco implica necessariamente un coinvolgimento totalizzante, ma nello stesso tempo, la necessaria distanza, senza la quale ogni singola decisione può maturare in modo sbagliato.

Incontri ogni giorno storie, vicende umane a volte incredibili e inaspettate che ti cambiano la vita. Ne potrei citare tante come quando lo staff di Officina educativa mi porto’ all’apertura del primo giorno di scuola, alla primaria Marco Polo, e venni accolto dalla mia maestra delle elementari che non vedevo da oltre 35 anni, e che mi ordino’ di sedermi sulla seggiolina a fianco ai suoi bambini, o quando dovetti telefonare al Partigiano Brenno, nell’aprile del 2020, per convincerlo a rispettare le prescrizioni Covid, a restare a casa, rinunciando per la prima volta nella vita a portare un fiore al monumento dei caduti il 25 aprile.

Quando inizi questa esperienza, pensi di cambiare una città, strada facendo ti accorgi che è la città che ha cambiato te. Sei chiamato ogni giorno ad accompagnare una città e in una certa misura sei tenuto a farti accompagnare. Io ho cercato ogni giorno di prendermi cura di voi, ma voi ogni giorno vi siete presi cura di me. Siete stati una grande famiglia: anche nei momenti difficili, ho percepito chiaramente che la città era con noi.

Vecchi

Noi abbiamo immaginato una città aperta all’innovazione, contemporanea ed europea, ecologicamente avanzata, attenta alle ragioni delle persone, di tutte le persone, consapevole della propria storia. Tante volte si pensa, a torto o a ragione, che molto di ciò che accade sia frutto di una solitudine decisionale.In realtà tutto ciò che accade è spesso l’esito di un insieme. Insieme abbiamo fatto tanta strada, come ha scritto e cantato Zucchero “Impareremo a camminare, Per mano insieme a camminare…”

Insieme ci siamo capiti, insieme ci siamo scontrati. Insieme. Ecco se dovessi rappresentare lo spirito di questi anni direi insieme. Insieme nelle cose giuste e negli errori. Perché è insieme che abbiamo affrontato il Covid in quelle dirette pazzesche, è insieme alla città che abbiamo fatto crescere Fotografia Europea, è insieme al mondo della scuola che abbiamo inventato la Scuola Diffusa, o Città senza barriere, insieme a tutti i reggiani abbiamo portato il porta porta nelle case di tutti, insieme a diecimila fotografie dei reggiani è arrivato il Pavone ai Musei. Insieme a 1.500 studenti, al Vescovo, all’Imam, al Rabbino abbiamo attraversato il cancello di Auschwitz in uno storico viaggio della memoria. Ed eravamo la non a caso. Eravamo là perché la città era pronta per quel passo di dialogo e di pace. Insieme abbiamo accolto i ragazzi da tutto il mondo per i Giochi del Tricolore.

Insieme a tanti attori è partita l’operazione Parco Innovazione, l’Arena. Insieme a centinaia di reggiani, solo qui poteva accadere, abbiamo abbracciato un ospedale in girotondo il giorno dell’inaugurazione. Insieme a migliaia di persone abbiamo riempito Piazza Prampolini il 25 novembre contro la violenza sulle donne, insieme ai bambini ogni giorno apriamo le scuole. Insieme dentro una grande esperienza collettiva, ognuno facendo la propria parte, consapevoli della storia che rappresentiamo e del futuro che vogliamo.

Vecchi

Come ha scritto Gianni Rodari, che fu molto amico di Reggio Emilia: “In cuore abbiamo tutti un cavaliere pieno di coraggio, pronto a rimettersi sempre in viaggio”. Auguro alla mia città di continuare a fare insieme, di continuare ad avere il coraggio di rimettersi sempre in viaggio, perché la città è sempre l’esito di una grande impresa collettiva, auguro alla mia città di continuare ad essere una casa per tutti noi, perché c’è sempre una casa a cui tornare la sera, una famiglia, una comunità.

Auguro alla mia città di non dimenticare i più deboli ma di continuare ad immaginare un futuro migliore per i giovani, nostri figli, per i nostri nipoti, perché di una cosa sono convinto, siamo sempre stati capaci di realizzare i nostri sogni”.