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Diagnosi e cura Correggio, Amico: “Problema urgente”

5 gennaio 2024 | 10:43
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Diagnosi e cura Correggio, Amico: “Problema urgente”

Il consigliere regionale di Coraggiosa: “Occorrono più personale e forze dell’ordine formate”

REGGIO EMILIAIl grido d’allarme che arriva dal servizio di Diagnosi e Cura di Correggio non va sottovalutato. È urgente rispondere a una situazione che sta mettendo in seria difficoltà il reparto, dal 2018 ospitato dall’ospedale San Sebastiano. Quanto accade a Correggio purtroppo non è una novità: già a fine ottobre avevamo presentato un’interrogazione alla Giunta regionale in merito all’escalation di episodi di violenza nei confronti degli operatori sanitari e sociosanitari.

Le aggressioni oggi sono sempre più frequenti – in provincia di Reggio Emilia i 63 episodi registrati nel 2022 sono cresciuti a 95 nei primi 10 mesi del 2023 – e le testimonianze raccolte ci mostrano un luogo di cura che fa sempre più fatica a portare a termine la sua finalità. Questo non deve accadere. Il diritto alla sicurezza dell’operatore sanitario deve essere garantito tanto quanto il diritto alla salute del paziente. Non è accettabile sentirsi in pericolo mentre si svolge il proprio lavoro. Quanto accade al San Sebastiano non è un problema del San Sebastiano e deve trovare una risposta collegiale che le istituzioni e, non ultime, le forze dell’ordine devono garantire. 

Occorre potenziare al più presto l’organico del personale medico-sanitario. Il lavoro al Diagnosi e Cura è pesante e molto delicato, impegna profondamente e necessita quindi, soprattutto in questo momento, di professionisti con esperienza. L’utenza del reparto presenta problemi complessi e variegati – dalla tossicodipendenza ai disturbi dell’alimentazione, dalla sindrome dello spettro autistico alla depressione – che meriterebbero di essere trattati in luoghi distinti e non tutti assieme. Inoltre per garantire la sicurezza del personale e dei pazienti, risulta urgente stipulare protocolli d’intesa che, se necessario, assicurino l’intervento rapido delle forze dell’ordine, per i cui operatori vanno predisposti percorsi formativi adeguati.

La Regione ha già stanziato oltre 170mila euro per la formazione del personale socio-sanitario e c’è bisogno che tutti gli attori istituzionali facciano la loro parte. Infine, per quanto riguarda il ritorno del Servizio in città è sicuramente auspicabile ma oggi a Correggio evidentemente dobbiamo affrontare un’emergenza alla quale occorrono risposte rapide che vadano nelle indicazioni appena citate. Inoltre, organizzazione e competenze sono la chiave per il buon funzionamento di questo importante servizio sanitario del nostro territorio che impiega professionalità da valorizzare.

Il tema della salute mentale nel nostro paese è ormai divenuto improcrastinabile, il numero degli accessi continua a crescere anche nella nostra regione. Gli ultimi dati parlano di 1160 persone che si rivolgono al pronto soccorso per motivi psichiatrici ogni centomila abitanti (con una media italiana di 810 persone). 

Le carenze che abbiamo evidenziato rappresentano la prima crepa del sistema. I dipartimenti di salute mentale, i day hospital e i reparti di psichiatria degli ospedali pubblici non funzionano perché mancano gli psichiatri, gli psicologi e gli infermieri, e i pochi che ci sono devono lavorare troppo e sottopagati. È anche per questo che in Assemblea legislativa abbiamo approvato la proposta di legge alle Camere che chiede di aumentare il finanziamento annuo del Servizio sanitario nazionale.

Secondo il Rapporto sulla sanità di Cittadinanzattiva, un paziente psichiatrico su quattro denuncia difficoltà di accesso alle cure pubbliche e quasi un cittadino su quattro lamenta la scarsa qualità dell’assistenza fornita nei dipartimenti e centri di salute mentale, per ridotte ore di assistenza, per numero e frequenza di incontri, per una cura quasi sempre affidata esclusivamente alla terapia farmacologica.

Federico A. Amico, consigliere regionale (ER-Coraggiosa)