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Reggio Emilia, si vive “da mediano” tra lavoro e basso profilo

12 dicembre 2023 | 19:18
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Reggio Emilia, si vive “da mediano” tra lavoro e basso profilo

Lo studio di Unindustria: per il 34% delle famiglie reggiane la qualità della vita è in peggioramento

REGGIO EMILIA – Una vita “da mediano”. È la fotografia dei cittadini di Reggio Emilia restituita da un’analisi della Unindustria provinciale. Lo studio – realizzato da Community Research&Analysis – è stato presentato nel corso dell’incontro di fine anno dell’associazione degli industriali reggiani. Emerge così una comunità improntata ad un atteggiamento “fattivamente sobrio”, dove il lavoro e l’industria costituiscono un caposaldo dell’identità sociale.

Le istituzioni, che hanno un peso superiore alle individualità politiche, costituiscono ancora un elemento di coesione. Con grande capacità di resistenza e resilienza, senza atteggiamenti da primattore, ma anche senza slanci particolari, i reggiani mantengono infine un comportamento di basso profilo, un “understatement” diffuso. In dettaglio, per quanto riguarda le condizioni economiche, la metà delle famiglie interpellate non segnala essere intervenuti significativi cambiamenti nelle proprie risorse negli ultimi 10 anni, situazione che non si prevede cambierà nel 2024.

L’orizzonte futuro è però addensato da preoccupazioni che riguardano in primo luogo l’aumento del costo della vita e l’aumento dei prezzi (24,5%) e le guerre (20,0%), seguite dal futuro per le giovani generazioni (13,9%) e dai cambiamenti climatici (10,4%).

Considerando invece “l’ascensore sociale” dei reggiani, questo resta fermo nelle posizioni acquisite per il 56,2% della popolazione, ma nel 34,7% dei casi si intravede una discesa e quindi un processo di erosione delle condizioni. Sul versante della percezione della qualità della vita il 57,4% del campione è contento di vivere nel Comune dove risiede ma solo il 19% ritiene la propria realtà importante nell’ambito produttivo a livello regionale e il 15% sul piano politico.

Unindustria

In terzo luogo l’analisi evidenzia la presenza di un sentimento ancorato alle istituzioni, più che alle individualità politiche. Ad esempio, a fronte di eventualità difficoltà economiche, i reggiani  dopo la famiglia (41,1%) e gli amici (23,6%) a cui si rivolgerebbero per primi per un aiuto – sceglierebbero i servizi del Comune e dello Stato (complessivamente 17,6%). Tra le istituzioni locali quelle che godono di maggiore fiducia sono le Forze dell’ordine (34,8%) seguite da Comune (26,5%) e Pubblica amministrazione (26,5%). Ben più arretrato il sindaco (13,9%).

Infine dovendo scegliere l’aspetto che più di altri identifica la provincia reggiana, gli interpellati indicano il Parmigiano reggiano (44,3%) e l’industria (29,3%), identificata principalmente in quella metalmeccanica (38,8%) e alimentare (34,9%). Il 33,7% degli intervistati si è inifne detto disponibile a lasciare spazio a nuovi insediamenti industriali e il 37,7% è d’accordo, a patto che siano imprese sostenibili o che non si costruiscano nei pressi delle abitazioni residenziali. Un manifesto atteggiamento anti-impresa è invece proprio solo del 6,1% degli interpellati.