Italia e mondo

Natale di sangue a Gaza: 70 morti nei bombadamenti israeliani

25 dicembre 2023 | 10:05
Share0
Natale di sangue a Gaza: 70 morti nei bombadamenti israeliani

I raid si sono concentrati sul campo profughi di Al-Maghazi. l bilancio sembra purtroppo destinato ad aumentare: gran parte delle famiglie palestinesi vive in quel campo

ROMA – Natale di sangue a Gaza. La Striscia è stata teatro di devastanti attacchi da parte dell’esercito israeliano, concentrati soprattutto nelle regioni settentrionale e centrale. In particolare, durante le ore notturne, i droni e l’aviazione israeliani hanno preso di mira direttamente il campo profughi di Al Maghazi, situato nelle aree centrali della Striscia. Questi attacchi hanno provocato panico e tragedia, rappresentando una delle notti più sanguinose delle ultime 11 settimane di conflitto.

Le bombe hanno colpito abitazioni causando terrore e perdite umane significative. La Messa Luna Rossa palestinese ha documentato le immagini agghiaccianti dei feriti, mentre i soccorritori cercano disperatamente di portarli in salvo. I primi rapporti indicano almeno settanta morti, tra cui bambini, donne incinte e civili innocenti, mentre le strade sono disseminate di macerie.

Gli attacchi non si sono limitati alla sola area di Al Maghazi ma si sono estesi anche nelle vicine zone di Khan Younes e Rafah, prossime al confine di Gaza con l’Egitto. In risposta, le autorità israeliane hanno invitato la popolazione a rifugiarsi nelle cosiddette “zone sicure”. Tuttavia, i funzionari locali delle Nazioni Unite sottolineano che ormai non esistono quartieri immuni dagli attacchi, lasciando la popolazione in uno stato di costante pericolo.

I drammatici eventi si sono susseguiti con una frequenza allarmante, con la televisione qatariota Al Jazeera che trasmette senza interruzione immagini di distruzione e orrore. I reporter locali mettono in luce la disperazione dei civili, evidenziando la morte di almeno cento persone durante la notte appena trascorsa.

Secondo il ministero della Sanità sotto il controllo di Hamas, il bilancio complessivo delle vittime palestinesi ha superato la cifra di 20.400, mentre il numero dei feriti è salito a oltre 53.000. La situazione umanitaria è estremamente critica, con gravi carenze di acqua e cibo, accentuando ulteriormente la sofferenza della popolazione colpita.

gaza

Parallelamente agli attacchi a Gaza, si sono verificati raid israeliani anche in Cisgiordania, in particolare nelle città di Jenin e Nablus. Rastrellamenti e arresti si sono registrati anche a Gerico, ampliando la portata del conflitto.

La crescente intensità degli attacchi israeliani è attribuita anche alle pressioni internazionali, soprattutto da parte degli Stati Uniti, volti a porre fine il prima possibile alla fase calda del conflitto. Tuttavia, Israele si trova ad affrontare gravi difficoltà, con la perdita di una ventina di soldati nelle ultime ore nei combattimenti attorno al campo profughi di Jabalia. Il numero complessivo dei militari israeliani caduti supera ora i 160, mentre Hamas continua a resistere in maniera sorprendente.

Nonostante la promessa del primo ministro Netanyahu di “sconfiggere totalmente Hamas”, la situazione sul campo indica che tale obiettivo è ancora lontano dall’essere raggiunto. Hamas ha addirittura lanciato razzi verso Tel Aviv, dimostrando una resistenza che sorprende anche gli osservatori più attenti.

In un tentativo di trovare una soluzione alla crisi, l’Egitto ha rilanciato una proposta di tregua che implica il cessate il fuoco in cambio della liberazione di oltre 100 ostaggi israeliani ancora detenuti da Hamas. La proposta include anche le donne soldato israeliane, ma la quantità di ostaggi ancora in vita rimane incerta. Portavoce israeliani hanno rivelato che alcuni ostaggi sono stati trovati morti in un tunnel di Hamas bombardato nelle ultime ore.

Oggi è prevista una riunione del gabinetto israeliano per discutere ulteriormente la complessa situazione, mentre la comunità internazionale rimane in attesa di sviluppi che possano portare a una soluzione pacifica e al sollievo delle sofferenze della popolazione coinvolta in questo drammatico conflitto.