Il Secchi si unirà allo Zanelli dal prossimo anno

22 dicembre 2023 | 16:22
Share0
Il Secchi si unirà allo Zanelli dal prossimo anno

Il consiglio provinciale ha deliberato l’accorpamento dei due istituti, così come dei due Centri provinciali per l’istruzione degli adulti (Cpia) Reggio Nord e Reggio Sud, dopo il diktat del Ministero

REGGIO EMILIA – Dal prossimo anno scolastico, l’Istituto Tecnico Secchi si unirà all’Istituto di Istruzione Superiore Zanelli, mentre i due Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti (Cpia) di Reggio Emilia saranno accorpati in un unico centro. Queste decisioni sono il risultato del taglio del contingente organico di dirigenti scolastici e direttori dei servizi generali e amministrativi, stabilito con il Decreto interministeriale 127/2023 per gli anni scolastici 2024/2025, 2025/2026 e 2026/2027.

Il provvedimento, che prevede la riduzione delle autonomie scolastiche in Emilia-Romagna, ha generato la necessità di accorpamenti e razionalizzazioni nella rete scolastica territoriale. La Regione Emilia-Romagna ha trasmesso alle Province una proposta di dimensionamento, che ha comportato la soppressione di 14 autonomie, di cui 2 a Reggio Emilia.

Il consiglio provinciale ha deliberato l’accorpamento dell’Istituto Tecnico Secchi all’Istituto Zanelli, oltre all’accorpamento dei due Cpia Reggio Nord e Reggio Sud. Queste decisioni entreranno in vigore a partire dal settembre 2024. L’accorpamento degli istituti superiori consentirà la creazione di un nuovo polo scolastico dedicato all’ambiente e al territorio. Nonostante l’unificazione, gli indirizzi di studio rimarranno invariati.

La decisione è stata presa in risposta al decreto ministeriale che ha imposto tagli alle autonomie scolastiche, e nonostante il ricorso della Regione alla Corte costituzionale sia stato senza successo. La Provincia ha gestito il dimensionamento della rete scolastica con l’obiettivo di razionalizzare l’offerta didattica, salvaguardando le specificità degli istituti coinvolti.

Dicono il presidente e la vicepresidente con delega all’Istruzione della Provincia di Reggio Emilia, Giorgio Zanni ed Elena Carletti: “Il diktat imposto dal Ministero è francamente ingeneroso nei confronti di una provincia e di una regione che si sono sempre comportate in maniera virtuosa e che da tempo hanno autonomamente avviato un serio ed efficace percorso di razionalizzazione degli indirizzi scolastici. Abbiamo tuttavia scelto di governare con senso di responsabilità e in stretta collaborazione con l’Ufficio scolastico territoriale questo dimensionamento della rete scolastica provinciale anche perché con i due istituti superiori reggiani, che per altro a breve condivideranno anche la stessa sede scolastica, avevamo già avviato un percorso per arrivare ad un accorpamento che salvaguardasse comunque le specificità, a partire dagli indirizzi, tanto del Secchi quanto dello Zanelli. Deve però essere chiara una cosa: gli ulteriori tagli ipotizzati dal decreto ministeriale per i due anni scolastici successivi al 2024-2025 sono per la Provincia assolutamente irricevibili in quanto non porterebbero ad alcuna positiva razionalizzazione e rischierebbero solo di penalizzare i territori più fragili, a  partire da  quelli montani. Non saremo pertanto disponibili ad accompagnare in alcun modo scelte calate dall’alto prive di un criterio logico e  non rispettose della nostra identità territoriale”.

Aggiunge Paolo Bernardi, dirigente dell’Ufficio Scolastico di ambito territoriale: “Sappiamo bene che per le scuole ed i Cpia interessati dal nuovo dimensionamento si tratta di un passaggio difficile, ma abbiamo dato il nostro sostegno tecnico alla decisione della Provincia trattandosi di operazioni ipotizzate già da tempo e che vanno nella direzione di razionalizzare l’offerta didattica. Da una parte si crea il “polo della terra”, con Agrario e Cat (Costruzioni, ambiente e territorio), dall’altra viene uniformata l’offerta per gli adulti su tutto il territorio reggiano, come del resto avviene già in quasi tutte le altre province. Sappiamo anche che non ci saranno conseguenze per l’utenza, per cui i ragazzi potranno iscriversi nei medesimi plessi tradizionalmente presenti, né si prevedono ripercussioni negative sugli organici dei docenti, che rimarranno distinti tra i diversi indirizzi, e dei non docenti”.