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Il re che fece giustiziare Braveheart dormì a Reggio Emilia

27 dicembre 2023 | 08:52
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Il re che fece giustiziare Braveheart dormì a Reggio Emilia

Edoardo I Plantageneto il 20 maggio 1274 fu ospitato dal vescovo Guglielmo Fogliani amico di Papa Gregorio X: unico re inglese che passò nella nostra città

REGGIO EMILIASabrina Spadaccini, laureata in giurisprudenza con una tesi in diritto medioevale e appassionata di storia medioevale inglese, mentre leggeva la biografia della regina Eleonora di Castiglia, ha fatto una scoperta importante per la storia di Reggio Emilia. Riportiamo di seguito una breve relazione della sua ricerca.

Edoardo I Plantageneto, detto Longshanks (Gambelunghe) o Hammer of The Scots (Martello degli Scozzesi), passò da Reggio Emilia il 20 maggio 1274, con sua moglie Eleonora di Castiglia, e fu ospitato nel Palazzo Episcopale, dal Vescovo Guglielmo Fogliani.

Io ho trovato questa informazione nel libro di Sara Cockerill “Eleanor of Castile” e nella biografia della Regina Eleonora di Carol McGrath. Questa notizia è presente, en passant, anche sulla Treccani e sulla “Storia di Reggio Emilia” di Andrea Balletti. Purtroppo il re non viene nemmeno chiamato per nome, si cita soltanto l’evento, senza dare a esso la giusta risonanza.

Guido Panciroli, nella sua “Storia della città di Reggio”, è più preciso e scrive anche di “graziosa accoglienza”, da parte dei reggiani, nei confronti di Edoardo I. A livello europeo e nazionale, quindi, si sapeva. Mancava solo la consacrazione da parte degli storici reggiani, che hanno snobbato o dimenticato questo importantissimo avvenimento storico.

Perché? Chi scrive, se lo sta ancora chiedendo. Edoardo è stato il primo e unico, per ora, Reale Inglese che ha soggiornato nella nostra città, anche se solo di passaggio. Ora tutti si chiederanno il motivo della visita del Plantageneto. Il Re ricevette dalle mani del Vescovo, per conto del Papa Gregorio X, una rosa d’oro, come riconoscimento dell’opera da lui svolta nella terra di Cristo, durante la Nona Crociata.

Edoardo non era riuscito a raggiungere Gerusalemme, né a riconquistare la Terrasanta, ma il Papa apprezzò comunque il suo tentativo e il suo enorme contributo economico, alla causa cattolica. Grazie all’intervento del re inglese, infatti, la città di Acri ottenne una tregua di 10 anni. La Crociata del Plantageneto accrebbe molto la sua fama, sia in patria che nei Regni Cattolici.

Ricordiamoci che l’Inghilterra era ancora cattolica, siamo nel XIII secolo, ben lontani dallo Scisma di Enrico VIII. Torniamo ai Reali Inglesi, accolti con tutti gli onori, nella nostra città. Il merito fu, senza dubbio, del nostro caro Vescovo Guglielmo, evidentemente molto abile nel tessere relazioni internazionali. Ricordiamoci che egli ospitò anche il Re di Francia, qualche anno prima, e varie volte Papa Gregorio X, di cui era molto amico.

La notizia di questo passaggio a Reggio è sensazionale e merita, senz’altro, più risalto, in quanto dà lustro alla nostra città che si tinge, così, di british glamour. Nel curriculum reggiano, sinceramente, mancava proprio un Reale Inglese. Edoardo ed Eleonora, quindi, di ritorno dalla Crociata, dopo la Sicilia, Salerno e la Romagna, sostarono a Reggio, prima di recarsi a Milano, per il cambio dei cavalli.

Poi attraversarono le Alpi, arrivarono in Francia e, infine, giunsero in patria, per farsi incoronare a Westminster Abbey, nell’agosto del 1274. Il padre Enrico III, infatti, era morto durante la crociata, quindi Edoardo de facto era re, ma doveva ancora essere acclamato e incoronato nella sua Inghilterra.

Ma chi è Edoardo I? Per molti storici è il più importante re inglese del Medioevo.
Figlio di Enrico III e di Eleonora di Provenza nacque a Londra il 17 o il 18 giugno del 1239. E’ diventato tristemente famoso con il film “Braveheart” perché è colui che fece giustiziare William Wallace.

Egli, però, non fu soltanto uno spietato sovrano. Certo, perseguitò gli Ebrei, sottomise il Galles e cercò, invano e per tutta la vita, di conquistare la Scozia. Valoroso, temerario e audace vinse tante battaglie, combattendo sempre in prima linea, a differenza di tanti suoi “colleghi”. Paradossalmente non morì combattendo, ma di broncopolmonite a Burgh by Sands, il 7 luglio 1307, a 68 anni, di ritorno dall’ennesima campagna militare contro la Scozia.

Passando agli aspetti positivi, a lui va il merito di avere istituito il famoso titolo di “Principe del Galles”, usato ancora oggi, per l’erede alla Corona Inglese. Edoardo è ricordato anche per l’intensa attività legislativa: confermò e ampliò la Magna Charta e promulgò altri importanti Statuti. Inoltre riorganizzò le forze di polizia, riformò i tribunali, risanò le casse dello Stato.

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Fu molto oculato nella gestione del denaro e curò personalmente la situazione finanziaria del suo Regno. Fu molto amato dal suo popolo anche per le abitudini spartane, per il rifiuto del lusso e dell’ostentazione, ma soprattutto per la devozione alla patria, che servì sempre con la massima serietà e impegno. Fu ammirato non solo dai contemporanei, ma anche dai suoi discendenti.

Un suo grande estimatore fu Enrico VIII, che avrebbe voluto eguagliare i suoi successi militari. Fisicamente era molto bello e atletico, altissimo per l’epoca, ci dicono le fonti. Nonostante fosse crudele con i nemici, egli fu un marito fedele, un padre saggio e un amico leale, nei confronti dei suoi più stretti collaboratori.

Il Plantageneto fu un personaggio controverso, ma tutti gli storici concordano sull’amore incondizionato, nei confronti della moglie Eleonora, anche lei qui a Reggio quel famoso 20 maggio. Quand’ella morì, nel 1290, dopo 36 anni di matrimonio, egli fece erigere, a ogni passaggio del feretro diretto all’Abbazia di Westminster, una croce commemorativa.

Furono 12 le famose “Eleanor’s Crosses”, disseminate lungo il cammino, da Lincoln a Londra. Purtroppo è rimasto ben poco di quelle originali, infatti quella londinese di Charing Cross è un’imitazione dell’Età Vittoriana. Edoardo ed Eleonora ebbero 16 figli ma l’unico maschio sopravvissuto fu Edoardo II, l’erede al trono, che non fu abile come il padre nel governare il Paese. Ma questa è un’altra storia …

Sabrina Spadaccini