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Chiara Ferragni, la stangata dell’Antitrust per il caso Balocco

15 dicembre 2023 | 18:08
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Chiara Ferragni, la stangata dell’Antitrust per il caso Balocco

Un milione di euro di multa per le società riconducibili all’imprenditrice influencer. Per l’azienda sanzione da 420mila euro. Secondo l’Autorità era stato fatto intendere ai consumatori che il pandoro “griffato” avrebbe portato a una donazione in beneficenza, ma i soldi erano stati già versati

MILANO – L’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Antitrust) ha inflitto sanzioni di oltre 1 milione di euro alle società legate a Chiara Ferragni e 420 mila euro a Balocco per pratica commerciale scorretta. Secondo l’Antitrust, le società di Ferragni hanno fatto intendere ai consumatori che l’acquisto del pandoro “griffato” avrebbe contribuito a una donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino, ma la donazione era già stata effettuata solo da Balocco mesi prima. Le società di Ferragni hanno incassato oltre 1 milione di euro dall’iniziativa.

L’Autorità ha sanzionato le società Fenice S.r.l. e TBS Crew S.r.l., che gestiscono i marchi e i diritti relativi alla personalità di Chiara Ferragni, rispettivamente per 400 mila euro e 675 mila euro, e Balocco S.p.A. Industria Dolciaria per 420 mila euro.

Le contestazioni riguardano la pubblicità del “Pandoro Pink Christmas”, griffato Chiara Ferragni, che lasciava intendere ai consumatori che l’acquisto contribuisse a una donazione all’ospedale, mentre le società di Ferragni hanno incassato senza versare nulla all’ospedale.

Chiara Ferragni ha risposto su Instagram, dichiarandosi dispiaciuta se qualcuno ha frainteso la comunicazione, ha messo in dubbio la decisione dell’Antitrust e ha detto che la impugnerà nelle sedi competenti. Anche Balocco ha annunciato che non condivide la decisione e si riserva di agire nelle sedi opportune per tutelare i propri diritti.

L’Antitrust ha ritenuto che la pratica scorretta abbia ingannato i consumatori, sfruttando la loro sensibilità verso iniziative benefiche e che abbia violato il dovere di diligenza professionale, configurando una pratica commerciale scorretta. Selvaggia Lucarelli, che aveva sollevato la questione, ha commentato la vicenda sottolineando la differenza tra beneficenza e operazione commerciale mascherata da beneficenza.