Aumento rette case protette, la Cgil: “Non è un paese per vecchi”

28 dicembre 2023 | 17:56
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Aumento rette case protette, la Cgil: “Non è un paese per vecchi”

Il segretario Cristian Sesena: “Va ripensata la città alla luce dell’inverno demografico che la stessa sta attraversando. Oltre a Reggio Children bisogna immaginare una Reggio eldery people”

REGGIO EMILIA – “La scelta della Regione di aumentare le rette dal 1° gennaio 2024 nelle case protettee nei centri socio riabilitativi residenziali suona come un “de profundis” di ogni visione strategica di medio lungo termine del decisore pubblico, verso una fascia della popolazione sempre più vasta e sempre più fragile”.

Così il segretario della Camera del Lavoro di Reggio Emilia, Cristian Sesena che prosegue: “Siamo consapevoli delle numerose pressioni dei gestori privati, che hanno visto aumentare i costi di gestione, ma era necessario trovare un punto di equilibrio richiamandoli anche alla loro responsabilità sociale e non rimanendo, in definitiva, ostaggio delle loro pretese. Abbiamo assistito al contrario ad un’operazione unilaterale da parte della Regione che ha ignorato completamente le proposte di chi i bisogni delle persone si candida a rappresentarli davvero, Cgil e Spi. Questa operazione si pone in linea di continuità con il silenzio assordante del governo che pare aver archiviato la legge delega di riordino sulla non-autosufficienza, alla quale continuano a mancare i decreti attuativi”.

Continua Sesena: “Per anni nella nostra città abbiamo giustamente celebrato il valore del nostro modello educativo, la bellezza dei nostri asili, senza accorgerci però che la popolazione reggiana stava cambiando, invecchiando, e con lei cambiavano i bisogni e le necessità anche primarie. Va ripensata la città alla luce dell’inverno demografico che la stessa sta attraversando. Oltre a Reggio Children bisogna immaginare una Reggio eldery people. Le strutture ricettive pubbliche hanno liste di attesa lunghissime. Le famiglie che si trovano ad avere un proprio caro in condizioni di non autosufficienza, o si affidano alle assistenti domiciliari private, le cosiddette badanti, o ricorrono alle strutture private le cui rette mensili non sono mai inferiori ai 2.500 euro”.

Incalza Sesena: “Immaginate quanto può impattare in un bilancio famigliare il dover farsi carico di una spesa di questo tipo. Provate a pensare poi quanto possa essere stressante la vita del “car giver” per chi la possibilità economica di ricorrere al privato non l’ha. Molte lavoratrici e lavoratori ricorrono al part time, o all’aspettativa, alcuni arrivano a dimettersi per assistere i propri congiunti: il problema della conciliazione tempi di vita e di lavoro è divenuto trans-generazionale. Il tema della non autosufficienza è un problema collettivo e sociale che meriterebbe una risposta collettiva e non dovrebbe essere trattato con un dramma individuale da vivere nella solitudine delle quattro mura di casa, in assenza di sostegni e risposte concrete da parte delle Amministrazioni pubbliche a tutti i livelli”.

Conclude il segretario della Cgil: “A fronte di quello che è un fenomeno oggettivo e difficilmente reversibile a breve, l’invecchiamento della popolazione, la Regione non sa far altro che aumentare le rette giornaliere, non in cambio di un aumento dei posti letto, non in cambio di un miglioramento qualitativo dell’offerta dell’accoglienza, non provando a investire su una assistenza domiciliare capillare ed efficiente, ma semplicemente per far quadrare (per quanto?) i conti. A Reggio Emilia, come in altre città della regione, il 2024 sarà l’anno delle amministrative. Per quanto ci riguarda porremmo con forza al centro del dibattito politico, e all’attenzione dei candidati, il tema dell’invecchiamento dei nostri concittadini, della non autosufficienza, in una parola, delle nuove fragilità troppo spesso ignorate. Bisogna investire nel pubblico e sulla assistenza domiciliare, valorizzare le professionalità esistenti e crearne delle nuove, perché la qualità dell’assistenza passa dalla qualità del lavoro che si offre in questi settori. E’ necessario progettare il futuro e non solo limitarsi a gestire le casse. Per farlo il ruolo del confronto con le parti sociali deve tornare ad essere strategico. Noi siamo e saremo in campo per non lasciare indietro nessuno, anche aprendo una nuova stagione di conflitto”.