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Atreju, Schlein: “Non sto sul palco con i nostalgici di franchismo e fascismo”

16 dicembre 2023 | 17:30
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Atreju, Schlein: “Non sto sul palco con i nostalgici di franchismo e fascismo”

Il segretario Pd: “Quello che ho declinato non è un invito al confronto con lei, è un invito alla sua festa di partito nel giorno in cui ci negavano il confronto nel luogo deputato, il Parlamento, affossando con un sotterfugio la nostra proposta sul salario minimo”

ROMA –  “Io con i nostalgici del franchismo e del fascismo il palco non lo divido“. Lo dice la segretaria Pd, Elly Schlein, all’Assemblea nazionale del partito facendo riferimento alla festa Fdi Atreju.

“Io sarò sempre disponibile al confronto nel merito con tutti, anche con la Presidente Giorgia Meloni – spiega – Ma quello che ho declinato non è un invito al confronto con lei, è un invito alla sua festa di partito nel giorno in cui ci negavano il confronto nel luogo deputato, il Parlamento, affossando con un sotterfugio la nostra proposta sul salario minimo. E poi, vorrei fosse chiaro, per la mia cultura politica non avrei potuto mai calcare il palco con un eversore che ha detto che Pedro Sanchez andrebbe appeso per i piedi. Con i nostalgici del franchismo e del fascismo io il palco non lo divido”.

SCHLEIN: IL PD NON È COMITATO ELETTORALE PERMANENTE MA UN VERO PARTITO

“Noi non siamo un Comitato elettorale permanente, siamo un vero partito, una vera comunità politica, un partito che mira a stare nella società e sfida la società per un’alternativa di governo. Un partito che ascolta i bisogni e le aspettative delle persone. Un partito che è in grado di mobilitarsi sulle grandi sfide del nostro tempo. Vogliamo un’Europa sostenibile”.

SCELLERATO, VOGLIONO COLPIRE IL COLLE

La proposta “di riforma costituzionale sul premierato forte. Forte coi deboli, e debole coi forti. Una proposta scellerata che non esiste in nessun altro Paese al mondo, perché scardina l’equilibrio fra poteri dello Stato”, prosegue la leader del Pd.

“Quando dicono che questa riforma non intacca le prerogative del Capo dello Stato – aggiunge – mentono sapendo di mentire, perché è evidente a chiunque che se ci sono due figure istituzionali ed una viene eletta dal parlamento e l’altra direttamente dai cittadini, la prima viene ridotta ad un ruolo meramente marginale e non certo di garante super partes della Costituzione e rappresentante dell’unità nazionale. Vogliono colpire l’autorevolezza e la legittimazione dell’unica figura che, anche nelle fasi più difficili della vita del Paese, ha sempre rappresentato un punto di riferimento e di stabilità fondamentale” (fonte Dire).