Sciopero, in 5mila contro la Finanziaria alle ex Reggiane

10 novembre 2023 | 15:52
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Sciopero, in 5mila contro la Finanziaria alle ex Reggiane

Reggio Emilia ha anticipato la manifestazione al 17 dato che il 24 novembre è la festa del patrono. Sesena: “Portiamo il conflitto sociale del 2023 in un luogo storico”

REGGIO EMILIA – Potenzialmente potrebbero aderire 250.000 lavoratori (tanti sono i dipendenti in provincia) ma si stimano almeno 5.000 presenze allo sciopero generale contro la legge finanziaria, organizzato per il prossimo 17 novembre a Reggio Emilia da Cgil e Uil.

La città del Tricolore sarà l’unica del nord Italia a fermarsi in quella data, avendo anticipato la mobilitazione rispetto al 24 novembre, giorno in cui cade la festa del santo patrono. Altra particolarità della giornata di sciopero è il percorso inedito del corteo sindacale che, dalla zona del “Grattacielo”, si sposterà sulla via Emilia verso Modena, proseguendo poi su via Melato e su viale del Partigiano, bloccando la strada per arrivare alle ex Reggiane.

Qui si svolgeranno gli interventi di alcuni delegati sindacali, del segretario della Camera del lavoro Cristian Sesena e di Rocco Palombella, segretario nazionale dei metalmeccanici della Uil (Uilm).

“Portiamo il conflitto sociale del 2023 in un luogo storico del conflitto sociale della città”, commenta Sesena, informando che, per agevolare la partecipazione dal resto della provincia, sono stati organizzati anche dei pulmann da Castelnovo Monti, Correggio, Guastalla, Sant’Ilario e Scandiano (informazioni nelle sedi Cgil di riferimento). Insieme a Roberto Rinaldi, coordinatore della Uil regionale e di Modena e Reggio Emilia, Sesena entra poi nel merito delle motivazioni dello sciopero generale.

“Contiamo di fare un’iniziativa importante contro una legge finanziaria che non risponde ai problemi del Paese, che incide solo per l’1,2% sulla crescita del Pil, e che non prevede le misure sul lavoro che ci aspettavamo per contrastare il lavoro povero, incentivare la stabilità e aumentare i salari”.

Continua Sesena: “Siamo nel pieno di una spirale inflazionistica pazzesca e il Governo non dà risposte, perché non si possono definire tali né il taglio del cuneo contributivo per il 2024 né l’accordo farsa fatto con la grande distribuzione organizzata per calimerare alcuni prodotti”. Un altro dei temi al centro della mobilitazione è poi “la guerra senza quartiere che questo Governo ha scatenato contro la sanità pubblica”.

Se “si toglie la parentesi del covid dove gioco forza si è investito – evidenzia ancora Sesena – veniamo da anni di tagli in questo settore. L’attuale esecutivo sembra però aver assunto un atteggiamento molto più bellicoso su questo tema in quanto è chiaro il disegno di affamare la sanità pubblica per promuovere l’affermarsi di quella sociale”.

Quindi, per il segretario della Cgil reggiana, “c’è proprio un’idea di modello sociale differente da quello che i sindacati hanno in mente”. Le parti sociali puntano il dito anche contro le “promesse elettorali tradite”, basate su “slogan elettorali roboanti”: dalla legge Fornero “peggiorata e non superata”, alle accise sui carburanti, agli zero sbarchi di migranti.

Rinaldi parla di manovra “ultradifensiva”, dove mancano ad esempio politiche sul trasporto pubblico e l’edilizia residenziale sociale, mentre “si favoriscono i furbetti che non pagano le tasse e si affossa chi porta avanti il welfare”. Sesena riprende la parola e conclude: “Siamo in piazza non solo contro questa legge ma anche per difendere un’idea di società che non veda le diseguaglianze come il modello e per rivendicare il nostro ruolo di sindacati come interlcutori sociali”.

E a chi accuserà Cgil e Uil di essere irresponsabili, il reggiano ribatte già: “La nostra irresponsabilità è pienamente costituzionale e segno di democrazia e, come faremo vedere, di partecipazione”.