Saman, l’avvocato del cugino: “Non ha fatto nulla, va assolto”

28 novembre 2023 | 14:50
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Saman, l’avvocato del cugino: “Non ha fatto nulla, va assolto”

Scarcella, difensore di Nomanullaq: “Nozze combinate? E’ solo un’ipotesi della procura. Il problema vero è che Saman fuggiva sempre di casa”

REGGIO EMILIA – “Assoluzione per non aver commesso alcuno dei fatti a lui contestati”. L’ha chiesta oggi in tribunale a Reggio Emilia l’avvocato Luigi Scarcella, difensore del cugino di Saman Abbas Nomanullaq. Il 32enne è accusato del delitto della 18enne pachistana avvenuto il 30 maggio del 2021 a Novellara, compiuto insieme ai genitori della ragazza, lo zio Danish Hasnain (che l’avrebbe materialmente strangolata) e un altro cugino, Ikram Ijaz. In una vulcanica e torrenziale (di oltre quattro ore) arringa finale l’avvocato Scarcella si è tolto diversi sassolini dalle scarpe lanciando frecciate al procuratore capo Calogero Gaetano Paci.

“La piattaforma indiscutibile e tecnicamente inattaccabile di cui ha parlato l’ufficio di Procura – ha detto tra l’altro Scarcella – fornisce invece la prova piena della irresponsabilità dell’imputato, per il suo impianto illogico e contraddittorio”.
Per rendere “giustizia a Saman, uccisa barbaramente – ha aggiunto Scarcella – un’indagine e un’istruttoria fatte bene, sarebbero state un ottimo viatico”. Scarcella ha anche detto di non credere alla tesi del delitto d’onore di Saman. “L’unico matrimonio forzato o meglio combinato che io vedo – ha commentato il legale – è quello tra la Procura, gli investigatori e questa ipotesi su ci si è fissati senza tentare mai di verificarla”.

Secondo l’avvocato invece, “il problema vero erano le condotte generali di Saman che fuggiva sempre di casa”. Quanto alle dichiarazioni che lo zio Danish avrebbe fatto ad un detenuto confessando l’omicidio della nipote, il difensore conferma di ritenerle “ridicole”, rispedendo poi al mittente le accuse della Procura secondo cui, a ritardare la collaborazione di Danish con gli inquirenti (facendo poi ritrovare i resti di Saman) sarebbero stati i consigli dei suoi avvocati.

“Potrei provare documentalmente che questo non è avvenuto – ha detto ancora Scarcella – ma se anche fosse così, nessun ufficio si può permettere di mettere in discussione le scelte difensive fatte nel solo interesse dell’assistito”. Il legale è un fiume in piena e su Ali Haider, fratello minore di Saman e principale accusatore della famiglia, ha tra l’altro evidenziato che “il 19 maggio fu portato dagli inquirenti a fare una ‘gita’ a Novellara e due giorni dopo riferì di aver sentito dai parenti la parola ‘scavare'”.

Avrebbe poi poco senso che i due cugini, accusati di aver scavato la fossa in cui Saman è stata occultata, fossero andati a prendere delle pale in un capannone, esponendosi alle telecamere di sorveglianza “come se fossero al cinema (su un set, ndr)”, quando avevano degli attrezzi da scavo in casa. Per quanto riguarda Nomanullaq, Scarcella ha spiegato: “Una delle accuse riguarda il fatto di essersi messo d’accordo con gli altri familiari sulla versione da rendere agli investigatori e al processo. Strano, visto che il mio assistito non ha mai detto una parola e la stessa Procura lo ha definito un ‘fantasma’”.

Dall’istruttoria, insomma, “non è emerso nè il movente dell’omicidio, nè la prova della premeditazione o che i cugini fossero a conoscenza delle condotte che la famiglia intendeva attuare”, ha detto ancora Scarcella. Scarcella si sofferma infine su uno degli elementi che per l’accusa dimostrano la premeditazione: l’acquisto dei biglietti con cui i genitori di Saman Shabbar Abbas e Nazia Shaeen (ancora latitante) sono fuggiti in Pakistan.

“Il giorno del viaggio – successivo all’omicidio – non importava perchè furono chiesti i biglietti che ‘costavano meno'”, ha detto il legale. Inoltre, “quando ancora non sapeva che Saman sarebbe tornata a casa per cercare i documenti, il padre chiamò i servizi sociali preannunciando che sua moglie sarebbe partita e avrebbe voluto salutare la figlia, che però in quel periodo era fuggita dalla comunità”. Le arringhe dei difensori continueranno venerdì prossimo. Poi il padre di Saman, Shabbar Abbas dovrebbe rendere dichiarazioni spontanee. Infine la Corte d’Asisse si ritirerà in Camera di consiglio per il verdetto.