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Saman, la procura chiede l’ergastolo per i genitori

17 novembre 2023 | 20:55
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Saman, la procura chiede l’ergastolo per i genitori

Trent’anni per lo zio e i cugini. Nella prossima udienza, fissata per martedì prossimo, parleranno gli avvocati di parte civile

REGGIO EMILIA – Ergastolo per il padre Shabbar Abbas, carcere a vita per la madre Nazia Shaeen – ad oggi latitante – e 30 anni di reclusione per lo zio Danish Hasnain che ha portato gli inquirenti sul luogo della sepoltura della ragazza.

Stessa richiesta anche per i cugini Ikram Ijaz e Nomanullaq Nomanullaq. Per tutti gli imputati e’ stata invece chiesta l’assoluzione per l’accusa di sequestro di persona.

Sono le richieste di pena avanzate dalla Procura di Reggio Emilia per i cinque imputati della morte di Saman Abbas, la 18enne di Novellara uccisa nel 2021 dai familiari per aver rifiutato le nozze combinate con un parente in Pakistan. A formularle, dopo circa 10 ore di requisitoria, sono il procuratore capo Calogero Gaetano Paci e il sostituto Laura Galli, secondo cui l’omicidio della figlia “ribelle”, avvenuto il primo maggio di due anni fa, sarebbe stato organizzato fin dal 21 aprile precedente.

Esaminando le singole posizioni, su Shabbar il pubblico ministero dice: “La decisione finale di uccidere Saman l’ha presa sicuramente lui. Non può essere l’esecutore materiale dell’omicidio perché non è mai stato fuori dalla visuale delle telecamere di sorveglianza, ma ha concorso materialmente al delitto portando la figlia fuori dove l’attendevano gli assassini e moralmente avendolo deciso”.

Per quanto riguarda la moglie di Shabbar Nazia Shaeen, che sfugge tuttora alla cattura, Galli evidenzia: “È senz’altro una vittima del marito che la picchiava, ma ha pienamente aderito a quei valori ed era convinta che Saman fosse morta per colpa sua, perché era una pazza e una disgrazia per la famiglia”.

Per il procuratore Paci la donna “con impassibilità, freddezza, glacialita’ e lucida malvagità, ha consegnato la figlia allo zio che l’ha uccisa”. Infine, fa notare Galli, la donna “dal Pakistan cercava di manipolare il figlio perché non raccontasse cosa era accaduto e appartiene ad una famiglia potente, con il fratello che minacciò la famiglia del fidanzato di Saman”.

Sullo zio Danish, il Pm afferma: “E’ senz’altro l’esecutore materiale del delitto ed era il piu partecipe di tutte le vicende degli Abbas. Conosceva la storia di Saman, dalle sue fughe al rifiuto del matrimonio, e si occupava del fratello minore”.

Inoltre “sapeva dov’era Saman, come solo chi ha scavato poteva sapere e nell’interrogatorio di garanzia non ha detto una cosa vera”.

Infine i due cugini Ikram Ijaz e Nomanullaq Nomanullaq, “sapevano del piano per uccidere Saman e può essere che non la maltrattassero per non farla scappare. Ci sono dentro tutti”.

Per l’accusa ci sono infine prove che i due cugini hanno contribuito alle fasi di scavo della buca dove Saman è stata sepolta. Nella prossima udienza, fissata per martedì prossimo, parleranno gli avvocati di parte civile.