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Migranti, bufera a Tirana su accordo Italia-Albania

7 novembre 2023 | 19:24
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Migranti, bufera a Tirana su accordo Italia-Albania

Il Pd: “Serve voto delle Camere”. Meloni: “L’intesa può diventare un modello per l’Europa”. Schlein: “Sembra violare le norme di diritto internazionale e di diritto europeo”

ROMA – L’opposizione albanese di centrodestra è in subbuglio a causa della firma dell’accordo sui migranti tra il premier Edi Rama e la premier italiana Giorgia Meloni a Roma. Agron Gjekmarkaj, vicepresidente del parlamento membro del Partito Democratico (Pd), ha espresso preoccupazione riguardo all’accordo.

Ha sottolineato che nonostante la riconoscenza verso l’Italia per il supporto fornito negli ultimi 33 anni, l’Albania non è ancora pronta a intraprendere un tale passo. Ha avvertito che la creazione di una struttura per i migranti al porto di Shengjin metterebbe in pericolo lo sviluppo turistico della località balneare nel nord del Paese.

Lulzim Basha, leader del Pd, ha criticato la mancanza di trasparenza del premier e ha sottolineato che l’Italia è un alleato e partner, ma l’accordo riguarda gli interessi nazionali dell’Albania. Ha anche accusato Rama di essere responsabile della fuga degli albanesi all’estero mentre decide di far arrivare migranti illegali nel paese, definendo questa situazione inaccettabile.

Alcuni politici albanesi, come Sali Berisha dell’opposizione di centrodestra, hanno denunciato l’accordo come frutto degli interessi personali di Rama. Il Partito della Libertà (Pl), guidato dall’ex presidente della Repubblica Ilir Meta, ha accusato il premier albanese di trattare il paese come una proprietà privata per scambiare favori disonesti e traffico di influenze.

La segretaria del Pd, Elly Schlein, ha sollevato dubbi sulla legittimità dell’accordo a livello nazionale e internazionale, affermando che sembra violare le norme di diritto internazionale ed europeo.

Il protocollo dell’accordo dovrebbe essere reso pubblico e discusso dal parlamento italiano, secondo l’ex viceministro dell’Interno del Pd, Matteo Mauri. Questo perché le norme dell’accordo non possono essere stabilite unilateralmente e devono rispettare il processo legislativo.