Il Covid rialza la testa: 100 ricoveri e 16 morti

22 novembre 2023 | 13:06
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Il Covid rialza la testa: 100 ricoveri e 16 morti

Ci sono 5 pazienti in terapia intensiva. Solo il 22% della popolazione si è vaccinato. “E’ necessario per chi ha più di 60 anni, per chi ha malattie croniche, per le donne gravide e gli operatori sanitari”

REGGIO EMILIA – Cento persone ricoverate e 16 decessi in novembre. Il Covid sta rialzando la testa nella nostra provincia. L’Ausl ha indetto una conferenza stampa per fare il punto sui numeri del Coronavirus nella nostra provincia a cui hanno partecipato il direttore generale Cristina Marchesi, il direttore del presidio ospedaliero provinciale Giorgio Mazzi, il direttore malattie infettive Marco Massari, la direttrice del dipartimento di sanità pubblica Emanuela Bedeschi, Marina Greci, direttrice del Dipartimento cure primarie e Massimo Vicentini, del servizio di epidemiologia.

Ha detto la Marchesi: “Il Covid sta rialzando la testa. Non sono tante le persone che hanno aderito alla campagna vaccinale”. Vicentini ha illustrato l’andamento della situazione: “C’è stato un picco di 89 casi al giorno il 3 ottobre seguito da un calo, ma  il 20 novembre scorso siamo risaliti a 78 casi al giorno e la curva è in ascesa. Abbiamo raggiunto i 100 ricoveri nella giornata di ieri, mentre i decessi in novembre sono stati 16 con un’etaà media di 86 anni. Teniamo presente, fra l’altro, che i casi sono sottostimati perché non tutti si testano. Finora abbiao avuto 71 decessi quest’anno”.

E’ poi intervenuto Massari che ha detto: “Sicuramente questa è una malattia più lieve rispetto al passato, perché, gran parte della popolazione, ha avuto qualche dose di vaccino e un contatto con il virus. Teniamo presente, anche, che la variante Omicron e i suoi figli, che sono tantissimi, è meno aggressiva e non arriva in profondità nei polmoni. La gente, oramai, pensa che il Covid sia come un’influenza, ma tenete presente che l’influenza provoca dai sei agli ottomila morti l’anno e quindi non è innocua. Il Covid continua a causare forme gravi e decessi. Ed è per questo che va usato il vaccino, soprattutto per chi ha più di 60 anni, per chi ha malattie croniche, per le donne gravide e gli operatori sanitari”.

Mazzi ha aggiunto: “La media dei pazienti covid in terapia intensiva è sovrapponibile a quella dello scorso anno, ma ieri abbiamo avuto un picco di 5 ricoverati covid in questo reparto. Fra questi ci sono due sotto i 60 anni che sono intubati”. I pazienti ricoverati, attualmente, sono 51 al Santa Maria Nuova, 11 a Guastalla, 13 a Scandiano, 5 a Montecchio, 19 a Castelnovo Monti e 2 a Correggio.

La Bedeschi ha fatto il punto sui numeri delle vaccinazioni: “Ricordiamo che le due vaccinazioni, covid e antinfluenzale, si possono fare contemporaneamente. Per quel che riguarda l’antinfluenzale, abbiamo avuto una grossa adesione. Per il Covid l’adesione è stata simile a quella dell’anno scorso: per ora abbiamo fatto 22mila dosi che non sono sufficienti per raggiungere delle coperture adeguate soprattutto nelle fasce più a rischio”.

La Greci ha spiegato il motivo di questa scarsa adesione: “I medici di medicina generale mi dicono che c’è una certa resistenza alla vaccinazione per il Covid dovuta alla non obbligatorietà alla diffidenza rispetto all’efficacia e alla sottovalutazione dei rischi”.

Infine l’Ausl rimarca che l’utilizzo delle mascherine negli ospedali non è più così rigoroso come un tempo. “I nostri operatori cercano di vigilare, ma su reparti grandi, presidiare tutte le stanze non è facile. Invittiamo i visitatori ad utilizzare le mascherine in ospedale”.