Gaza, raid su ospedali e in un campo profughi

ROMA – Nella Striscia di Gaza, dove i principali operatori telefonici hanno interrotto ogni servizio a causa di danni alle infrastrutture, le forze israeliane hanno proseguito l’offensiva di terra nel nord, contrastate dai gruppi armati palestinesi. Secondo l’agenzia di stampa palestinese Wafa, raid aerei contro il campo profughi di Nuseirat hanno causato la morte di 18 civili. Dal 7 ottobre si registrano oltre 12.000 morti, 1.200 in Israele e 11.500 nella Striscia, secondo dati di Tel Aviv e del governo di Gaza.

L’esercito israeliano ha compiuto raid anche all’interno dei tre principali ospedali, già compromessi dai tagli a acqua, elettricità e forniture di base. La notte scorsa, l’esercito ha bombardato il governatorato meridionale di Khan Younis, designato come zona sicura per sfollare. Anche la scuola Falah, nella località meridionale di al-Zaytoun, è stata bombardata, dove migliaia di persone trovano rifugio. I tagli alle comunicazioni rendono difficile conoscere il bilancio delle vittime.

Nell’ultimi tre giorni, volantini sono stati lanciati dagli aerei per incoraggiare l’evacuazione della popolazione. Tre membri del gabinetto di guerra di Tel Aviv si sono detti favorevoli a estendere l’invasione di terra anche a sud. Dal 2006, la Striscia di Gaza è sotto il controllo di Israele, che gestisce le frontiere terrestri, aeree e marittime.

Dopo l’annuncio del Sudafrica di aver deferito Israele alla Corte penale internazionale per presunti crimini di guerra nella Striscia, la deputata irlandese Mary Lou McDonald ha chiesto al governo di portare Israele all’Aia. Una petizione su Change.org per chiedere l’immediato cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e in Israele sta per raggiungere un milione di firme, lanciata da United for Human Rights in the Israel-Palestine crisis.