“Chiedeva denaro ai rifugiati ucraini”: arrestato operatore di un patronato

30 novembre 2023 | 10:22
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“Chiedeva denaro ai rifugiati ucraini”: arrestato operatore di un patronato

L’uomo è ai domiciliari per induzione indebita a dare o promettere utilità: le sue prestazioni dovevano essere erogate gratuitamente

REGGIO EMILIA – L’operatore di un patronato cittadino è stato arrestato dalla polizia per induzione indebita a dare o promettere utilità. Felix Addai, 26 anni, ghanese, incensurato, lavorava per il patronato Fenapi (del tutto estraneo agli addebiti). L’accusa è che chiedesse indebitamente denaro a cittadini ucraini fuggiti dal paese in guerra. La questura, in seguito allo scoppio della guerra ucraina aveva gestito, nel 2022, un significativo numero (2.183) di richieste di protezione temporanea avanzate da cittadini ucraini, per lo più donne e bambini, fuggiti dalla loro patria.

Nell’ambito della trattazione delle pratiche, però, i poliziotti dell’ufficio immigrazione della questura hanno rilevato che, in alcune circostanze, i richiedenti avevano versato, apparentemente senza motivo, del denaro ad un impiegato operante in un patronato cittadino (si tratta di persone giuridiche di diritto privato che svolgono un servizio di pubblica utilità e, per questo motivo, tali attività devono essere prestate a titolo gratuito).

patronato

Le indagini svolte dalla Squadra Mobile reggiana, anche con l’ausilio di supporti tecnologici ed attività di acquisizione documentale, hanno permesso di rintracciare altri richiedenti asilo ucraini che si erano rivolti al patronato per ricevere informazioni sull’iter da percorrere per ottenere il rilascio di un titolo di soggiorno e che avrebbero ricevuto la richiesta, illecita, di denaro.

Secondo gli inquirenti le richieste di denaro, sempre formulate dal medesimo operatore del patronato, peraltro, non sarebbero state supportate dal rilascio di ricevute, nè dallo svolgimento di alcuna attività. In seguito alla perquisizione dei locali del patronato, peraltro, l’indagato, ragionando con i colleghi, ha cercato di difendersi ipotizzando di poter imputare i pagamenti, richiesti per prestazioni che avrebbe dovuto erogare gratuitamente, ad un tesseramento al patronato.

Da oggi l’uomo si trova agli arresti domiciliari. L’operatore di patronato, in ragione della funzione pubblica dell’Istituto, è qualificato come operatore di pubblico servizio, con tutte le conseguenze giuridiche che derivano.