Saman, quando il padre disse: “Incastriamo un altro”

21 ottobre 2023 | 09:36
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Saman, quando il padre disse: “Incastriamo un altro”

Le trascrizioni delle telefonate agli atti del processo. Il fratello intercettato: “Ha fatto tutto lo zio. Darò una lezione a questi che si ricorderanno per sempre”

REGGIO EMILA – Da conversazioni telefoniche con i genitori, nel frattempo sfuggito in Pakistan, emergono la sofferenza e la disperazione del giovane fratello di Saman. Questo avvenne nelle settimane successive alla scomparsa della sorella, avvenuta nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio 2021. Il ragazzo disse alla mamma Nazia Shaheen il 5 giugno 2021: “Tutti devono andare all’inferno se mia sorella non c’è più. Stai in silenzio”. E’ riportato in una trascrizione del processo.

“Dobbiamo incriminare quest’altro individuo”

In un’altra chiamata, avvenuta il 14 giugno, il padre sembra cercare di convincere il figlio a incolpare un altro parente diverso dagli imputati: “Devi dire che Danish e gli altri non hanno colpa. L’altro parente è venuto da noi e ha detto che ci penso io ad eliminarla. Devi dire questo… ora dobbiamo incriminare quest’altro individuo.” Il giorno successivo, la madre tenta di far credere al ragazzo che Saman non è morta: “Ascoltami, tua sorella è qui. Dio farà il bene e la ritroveremo. Lei tornerà.” Ma il ragazzo risponde: “Se mia sorella non c’è, nemmeno io dovrò vivere… Lei non c’è, non dire cose sbagliate.”

In alcune telefonate intercettate tra fine maggio e inizio giugno 2021, il fratello di Saman accusa lo zio Danish di aver ucciso la sorella 18enne, confermando così quanto dichiarato durante gli interrogatori con i carabinieri. Queste conversazioni sono state depositate agli atti del processo in corso davanti alla Corte di assise reggiana. Il fratello di Saman, ora maggiorenne, sarà chiamato a testimoniare in aula, probabilmente il 27 ottobre. Gli imputati sono il padre Shabbar Abbas, estradato dal Pakistan, la madre Nazia Shaheen, attualmente latitante, i due cugini Nomanhulaq Nomanhulaq e Ikram Ijaz e lo zio Danish Hasnain.

“Ha fatto tutto lo zio”

In una chiamata del 28 maggio, il ragazzo indica esplicitamente Danish come il responsabile dell’omicidio di Saman: “Da oggi non parlerò più con tuo fratello Danish, neanche con quel cane che ha i baffi o con Irfan, non parlerò più con gli altri due che stanno con loro perché ha fatto tutto lo zio.” In risposta, la zia gli dice di stare zitto, ma il fratello di Saman ribatte: “Sì, ma darò una lezione a questi che si ricorderanno per sempre. Se mia sorella non è più in vita, neanche loro hanno il diritto di vivere. O mi ucciderò oppure farò qualcosa a questi.”

In un’altra conversazione, avvenuta il giorno precedente, il fratello parla con una conoscente e dichiara: “Mio zio ha ucciso una persona, capito?” Quando gli viene chiesto se fosse in Pakistan, risponde: “A Novellara.”