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Saman, in tribunale la parola ai periti

13 ottobre 2023 | 15:34
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Saman, in tribunale la parola ai periti

L’archeologo forense Salsarola: “La fossa della 18enne è stata ampliata in un secondo momento”

REGGIO EMILIA – E’ il giorno dei periti nel processo per l’omicidio di Saman Abbas, la 18enne pakistana scomparsa da Novellara nel 2021 e ritrovata cadavere un anno dopo sepolta sotto un casolare di campagna.

Nell’aula di Corte d’assise del tribunale di Reggio Emilia, nel procedimento che vede imputati i genitori, lo zio e due cugini della ragazza, sono stati ascoltati in particolare l’archeologo forense Dominic Salsarola che ha effettuato le analisi sul terreno nel luogo dove la salma è stata ritrovata e Roberto Costa, perito incaricato dal tribunale di confrontare e verficare possibili discrepanze (come sollevato dai difensori degli imputati) tra gli orari delle telecamere dell’azienda agricola nel cui casolare viveva la famiglia Saman Abbas e su quelle dei vicini di casa (gli Iemmi).

Dall’analisi di Salsarola è emerso che la buca scavata a due metri di profondità dove Saman è stata sepolta non era inizialmente grande abbastanza e sarebbe stata ampliata in un secondo momento con due “nicchie” realizzate a nord e a sud. Questo, secondo l’esperto comporterebbe che, con molta probabilità, ad adagiare il corpo della giovane nella buca sarebbero state due persone, calandola dall’alto.

Sui tempi di deposizione del corpo il perito, in base alle analisi che ha potuto effettuare sul terreno indica un lasso di tempo piuttosto ampio: dall’1 maggio 2021 al 30 maggio 2022. Infine Salsarola ha evidenziato come un’impronta presa sul luogo della sepoltura abbia una “forte somiglianza” con una pala sequestrata a casa dei cugini di Saman.

Per quanto riguarda le telecamere, invece, è emerso che – prendendo a riferimento una serie di 6 eventi immortalati da entrambi i dispositivi dell’azienda e dei vicini – esiste tra loro una discrepanza di circa 11 minuti. Rispetto invece al “tempo assoluto” gli occhi elettronici dell’azienda sono in anticipo di 9 minuti e 47 secondi mentre quelli dei vicini in ritardo di 2 minuti e 1 secondo.

Per stabilirlo il perito si è basato sulla data di un selfie scattato da uno degli imputati in un luogo ripreso dalle telecamere. Su richiesta degli avvocati di Shabbar Abbas, infine, al perito è stato chiesto un supplemento di incarico – con scadenza al 24 ottobre – per stabilire gli orari di determinati eventi presenti nei filmati.