Produzione industriale in calo nel secondo trimestre

13 ottobre 2023 | 18:28
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Produzione industriale in calo nel secondo trimestre

Flessioni per materie plastiche, ceramica, alimentare e costruzioni. La metalmeccanica perde lo 0,7% ma si salva sul fatturato. Crescono l’industria elettrica ed elettronica e il tessile-abbigliamento. In sofferenza l’artigianato

REGGIO EMILIA – Mentre la grave situazione di tensione internazionale alimenta nuove preoccupazioni anche all’interno del sistema economico reggiano, anche i dati riferiti alla chiusura del secondo trimestre 2023 appaiono insoddisfacenti per l’industria locale. Rispetto allo stesso periodo del 2022, infatti, si sono rivelate in calo sia la produzione dell’industria in senso stretto che quella delle costruzioni.

A evidenziarlo sono le analisi dell’ufficio Studi e Statistica della Camera di commercio dell’Emilia sui risultati dell’indagine congiunturale del sistema camerale sulle piccole e medie imprese, che parlano di un calo della produzione dell’1,5% per l’industria e di una riduzione del fatturato del 4,4% per le costruzioni.

La produzione industriale, in particolare, segna un calo più evidente rispetto alla media regionale (-1,5% contro -0,3%), con una contemporanea flessione del fatturato (-0,1%) che contrasta con l’aumento dello 0,7% registrato in Emilia-Romagna e contiene il decremento grazie ad un aumento dello 0,5% di quello legato alle esportazioni.

A determinare una situazione non favorevole concorre, poi, anche il calo degli ordinativi, che fanno segnare un -2,9% (-1% a livello regionale), con una flessione del 3,3% di quelli provenienti dall’estero.

Tornando ai consuntivi, il calo della produzione industriale reggiana, così come il valore del fatturato, è particolarmente evidente per le materie plastiche (-7,6% sui quantitativi e -8,1% sul fatturato, con un -9,4% per quello estero), l’alimentare (produzione a -5,3%, con il fatturato in calo dello 0,8%, appesantito da un -4,7% per quello estero) e la ceramica (produzione in calo del 4,3% e fatturato in flessione del 7%, con la componente estera a -11,7%). Pur registrando una flessione della produzione dello 0,7%, la metalmeccanica, al contrario, chiude positivamente in termini di fatturato, facendo registrare un +1,4% fortemente legato al buon andamento delle esportazioni, per le quali si è registrato un incremento, in valore, del 5,2%.

Decisamente migliori gli andamenti del comparto elettrico ed elettronico e del tessile-abbigliamento; per il primo, i dati sono risultati in crescita sia per il volume della produzione che per il fatturato (+5,2% e + 4,6%, rispettivamente), mentre il tessile abbigliamento ha fatto segnare un +1% sui volumi produttivi e +1,9% sul fatturato.

L’Artigianato e le costruzioni

Le analisi dell’Ufficio studi della Camera di Commercio dell’Emilia approfondiscono, in specifico, anche la situazione dell’industria delle costruzioni e, all’interno della manifattura nel suo complesso, quella dell’artigianato, registrando, in entrambi i casi, situazioni di sofferenza.

Per quanto riguarda l’artigianato, nel secondo trimestre 2023 la dinamica congiunturale evidenzia un rallentamento nella produzione del 2,2% e un calo del 3,1% per il fatturato (-1,5% quello estero). In flessione anche gli ordinativi, con un saldo a -3% che risulta particolarmente influenzato da quelli provenienti dall’estero, in flessione dell’11,7%.

In calo, come si è detto, anche il fatturato dell’industria delle costruzioni, che ha fatto segnare un -4,4% (che diventa -5,5% se riferito alle imprese artigiane) e spicca all’interno di un quadro di stabilità regionale.

La limitazione a metà febbraio 2023 della portata dei super bonus precedentemente introdotti a sostegno del settore delle costruzioni, la forte inflazione e la politica monetaria restrittiva adottata per contrastarla hanno fatto sentire i loro effetti, in particolare nelle micro imprese (per le aziende fino a 9 dipendenti il calo del fatturato è stato del 10,2%, mentre le piccole imprese hanno fatto segnare +1,9%) e, secondo le analisi camerali, potrebbero contribuire ancora a ridurre la crescita del volume d’affari a prezzi correnti, nonostante l’aumento dei prezzi che sta caratterizzando il settore.