Lavoro, 7 infortuni in 10 giorni: l’ira dei sindacati

12 ottobre 2023 | 12:24
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Lavoro, 7 infortuni in 10 giorni: l’ira dei sindacati

Presidio stamattina davanti alla prefettura di Cgil, Cisl e Uil che chiedono al prefetto un tavolo sulla sicurezza e più ispettori

REGGIO EMILIA – Subito l’istituzione di un tavolo provinciale per la sicurezza sui luoghi di lavoro, maggiori investimenti per aumentare il numero degli ispettori e leggi nazionali che richiamino anche le imprese alle loro responsabilità. Sono le richieste che Cgil, Cisl e Uil di Reggio Emilia hanno avanzato oggi al prefetto Maria Rita Cocciufa, in un incontro chiesto dopo l’impennata degli infortuni registrato di recente sul territorio.

In corso Garibaldi, davanti alla Prefettura, si sono radunati questa mattina circa 150 esponenti delle tre sigle confederali, che puntano il dito contro i 7 incidenti sul lavoro avvenuti negli ultimi 10 giorni, di cui 2 mortali e uno con esito gravissimo. “La situazione comincia ad essere molto allarmante anche a Reggio Emilia”, commenta Rosamaria Papaleo, segretaria generale della Cisl Emilia Centrale. “Naturalmente questi numeri non descrivono nè la rabbia nè la disperazione delle tante famiglie delle vittime, però devono indurre a riflettere. Salute e sicurezza non devono essere percepite come uno slogan radical chic di un sindacato noioso, ma devono richiamare maggiore responsabilità da parte di tutti”, continua Papaleo.

“Quindi noi chiediamo: maggiore formazione nei luoghi di lavoro che deve essere continua e più investimento sugli organi di vigilanza che non sono sufficienti nè per il compito repressivo nè per la promozione di questi temi”.
Nella provincia reggiana, infatti, si contano ad oggi 25 ispettori del lavoro (di cui 6 in formazione) più cinque ispettori all’Inps, che dovrebbero assicurare il rispetto delle norme in oltre 50.000 aziende. Papaleo conclude evidenziando: “Al presidente della Provincia abbiamo già più volte sollecitato l’istituzione di un tavolo provinciale sulla sicurezza, che diprende dal patto regionale per il lavoro per il clima, ma l’ente si è dimostrato finora sordo”.

lavoro

Per Cristian Sesena, segretario provinciale della Cgil, “il presidio era doveroso perché la nostra provincia si è allinenata al trend nazionale degli infortuni. Noi come Cgil, Cisl e Uil su questa partita ci siamo e abbiamo chiesto un incontro alla Prefettura: vogliamo assolutamente chiudere con il tempo solamente delle chiacchiere”. Dunque, prosegue Sesena, “bisogna convocare un tavolo in Provincia, investire sulla formazione e la cultura della prevenzione e tutti devono fare la loro parte a cominciare dalle imprese che considerano salute e sicurezza solo un costo”.

Ma “noi non ci stiamo e oggi siamo qui per dire basta. Il lavoro è un diritto – conclude Sesena – così come deve esserlo il fatto di uscire di casa la mattina e tornare la sera incolumi”.

Secondo Roberto Rinaldi, coordinatore provinciale della Uil, “è sostanzialmente in un atto una strage. A livello nazionale bisogna riconoscere come omicidio sul lavoro quando un lavoratore muore per mancanze dell’azienda e bisogna arrivare a istituitre una Procura generale sugli infortuni e sulle morti sul lavoro”. Inoltre, dice Rinaldi, “serve educazione a partire dalle scuole e una formazione rivolta anche ai datori di lavoro, cosa che oggi non avviene”. Solo Così, “ci si potrà avvicinare al nostro obiettivo di zero morti sul lavoro”, conclude dunque il sindacalista Uil.