Il Santos festeggia 75 anni con i suoi 4 presidenti

3 ottobre 2023 | 15:19
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Il Santos festeggia 75 anni con i suoi 4 presidenti

Oltre 400 ragazzi sul campo, foto di rito e musica col dg, gnocco fritto per tutti e fuochi d’artificio per un’intera giornata a tinte biancoblù

REGGIO EMILIA – Settantacinque anni e tanta voglia di vivere e di crescere ancora: è questa la filosofia del Santos 1948 che sabato scorso ha festeggiato i suoi 75 anni alla presenza di oltre 400 ragazzi, sul sintetico intitolato a Davide Rabotti (nella foto i quattro presidenti).

Quelli del Santos sono stati 75 anni vissuti sotto l’egida della stessa matricola sportiva, quella del San Pellegrino, che negli anni è diventato San Pellegrino Everon e infine Santos 1948 nel 2012, grazie alla forza di un gruppo coeso e al desiderio di crescere e di stare assieme su un campo da calcio. E’ stato questo il “fil rouge” dei 75 anni di storia e che sabato hanno portato i bimbi della Scuola calcio, dalle 15 alle 18, ad affrontarsi sul sintetico, per poi ricomporsi e mettersi in posa per le foto di squadra, dalla Juniores regionale fino ai Piccoli Amici.

Quasi commovente il momento in cui, l’ospite d’onore, lo storico presidente Franco Iori, che fu giocatore del primo San Pellegrino nel 1948, arriva assieme al figlio Matteo, per poi abbracciare il presidente Giovanni Anceschi e rivedere Alessandro Munarini, altro storico presidente biancoblù, oggi numero uno del Csi provinciale, cresciuto sotto la sua ala, al quale lo stesso Iori cedette le redini del San Pellegrino che poco dopo divenne Santos.

Santos

“Settant’anni fa non c’era così tanta gente – dice Franco Iori – Eravamo poco più di undici, quindi con poche riserve, ma ci si divertiva come oggi. Di quel San Pellegrino del 1948 siamo rimasti solo in tre e io sono felice di essere qui con voi per raccontarvi che magnifica avventura sia stata far crescere questa società, grazie alla quale abbiamo portato sul campo tantissimi ragazzi. Inoltre, mi dà gioia il fatto che coloro che sono venuti dopo di me abbiano continuato a far crescere tutto questo, fino ad arrivare alla creazione di un fantastico sintetico che rappresenta il presente e il futuro del Santos”.

“Se abbiamo trovato una società sana e con basi solide lo dobbiamo a coloro che ci hanno preceduto – aggiunge Giovanni Anceschi – Lo dobbiamo prima di tutto a Franco Iori, ma anche ai vari consigli direttivi oltre che ai presidenti Alessandro Munarini e a Pierluigi Croci. Il “Munna” ci diceva sempre che prima di tutto veniva il gruppo e l’essere qui oggi dimostra che aveva ragione”.

“Sono onorato poter riabbracciare una figura come quella di Franco, dalla quale ho imparato tantissimo – aggiunge Alessandro Munarini – Iori c’è sempre stato, ma ha sempre amato muoversi dietro alle quinte. Oggi questa società incarna ancora lo spirito di quegli anni, che io stesso ho respirato e cercato di trasmettere a tanti ragazzi che ora sono dirigenti importanti, così come il Santos è diventato importante per il Csi, essendo una società che mette ancora al centro l’uomo e il gruppo, prima del progetto sportivo”.

Cristian Paganelli, direttore sportivo del Santos, accompagnato dai giocatori della prima squadra, ha poi assegnato due riconoscimenti a due ragazzi che si sono distinti in campo e fuori nell’anno precedente (premio intitolato a Davide Rabotti): Filippo Zotti, classe 2009 e Samuele Saccani, classe 2008.

Calcio

Tantissime le famiglie presenti a bordo campo che si sono fermate al punto ristoro per l’intera giornata a mangiare gnocco fritto, a bere qualcosa assieme o semplicemente a vedere le partire dei ragazzini o a giocare a carte sui tavolini adiacenti al campo. E dopo il saluto del presidente Anceschi e dei suoi ospiti, via alla musica col dj, fino ad arrivare alla partita dei papà, che per fortuna si è conclusa senza infortunati e con tanta allegria, prima che una marea di ragazzini lascasse il sintetico Rabotti, con la consapevolezza che quel vecchio cuore biancoblu, che ha pulsato per 75 anni, festeggiato a fine serata coi fuochi d’artificio, continuerà a battere in ognuno di loro.