Editoriali

Anpi e femministe, il dibattito surreale intorno a Kanye West

12 ottobre 2023 | 18:01
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Anpi e femministe, il dibattito surreale intorno a Kanye West

L’arte, che piaccia o meno, è un territorio libero in cui c’è spazio anche per le provocazioni, pure quelle di cattivo gusto

REGGIO EMILIA – Si assiste a un dibattito surreale in questi giorni a Reggio Emilia intorno all’arrivo del rapper Kanye West nella nostra città per tenere un concerto, o un evento streaming, o chi lo sa perché, francamente, non si è ancora capito. A dire il vero, al momento, non è nemmeno certa la data del concerto e se il concerto ci sarà, ma le polemiche sono già partite.

E’ tutto surreale, si diceva, perché un quotidiano on line prima ha dato la notizia che West avrebbe tenuto un concerto a Reggio Emilia, poi l’ha smentita, in seguito ha detto che forse si faceva uno streaming e poi ha scritto un editoriale per dire che era meglio se non veniva. Insomma, ha dato la notizia, l’ha smentita e poi l’ha rettificata e, infine, gli ha detto: “Stai pure a casa”.

In attesa di capire se il rapper statunitense, con buona pace dei colleghi giornalisti, verrà o meno, registriamo la polemica dell’Anpi (sì avete capito bene, dell’Anpi) che dice che è meglio che “se ne stia a casa”. Ma cosa c’entra, vi chiederete voi, un’associazione che promuove, meritoriamente, la memoria partigiana con un rapper statunitense? C’entra, c’entra. Almeno a Reggio Emilia. Perché il signor West, in un’intervista nel dicembre scorso, ha esaltato la figura di Adolf Hitler ridimensionando l’orrore dell’Olocausto.

Ora, premesso che una dichiarazione così fa orrore a chiunque, il punto è che il signor West non è un politico o un opinionista, ma un rapper che, come tutti i suoi colleghi, ama la provocazione. Bisogna spiegare all’Anpi, ma anche alle femministe reggiane che insorgono contro la presenza del cantante statunitense, dato che lo definiscono un “rapper misogino”, che se facessimo un controllo di tutto quello che hanno dichiarato o cantato gli artisti, soprattutto nell’ambito del rap o della trap, potremmo facilmente trovare frasi e testi sessisti, violenti, che parlano di droga, di armi e anche di nazismo e fascismo. Gli stessi Rammstein, il cui concerto alla Rcf Arena è previsto per luglio, sono stati spesso criticati per incitamento alla violenza e per apologia di nazismo/fascismo.

Il fatto è che molti di questi atteggiamenti e di queste frasi (forse anche quelle di West) sono spesso utilizzate da questi artisti per scandalizzare, per fare parlare di sé e, non necessariamente, perché credono in quello che dicono e scrivono. L’arte, che piaccia o meno, è un territorio libero in cui c’è spazio anche per le provocazioni, pure quelle di cattivo gusto, come nel caso di West. Sarà poi il pubblico a decidere se vuole pagare, o meno, per vedere un artista del genere.

Insomma, a meno di non delegare all’Anpi e alle femministe reggiane la scelta degli artisti che si possono esibire alla Rcf Arena, con un bollino di antinazismo o antifascimo e di antifemminismo (cosa che siamo sicuri che le stesse associazioni non vorrebbero), lasciamo che siano i gestori della Rcf Arena a scegliere gli artisti che devono esibirsi su quel palco.

felicitazioni

Anche perché, e qui chiudiamo, se andate a visitare la mostra dei Cccp di Palazzo Magnani, in una sala (le potete vedere sopra) fanno bella mostra di sé le gigantografie dei leader comunisti dei paesi dell’Est quando esisteva ancora il muro di Berlino. Ci sono Honecker e Ceaușescu e altri che non erano proprio dei campioni di democrazia. Ora, magari a Lindo Ferretti e alla sua ex band, questo farà sorridere o ricorderà il loro passato quando erano giovani e, provocatoriamente, inneggiavano all’Urss nel loro punk filosovietico. Ma alle popolazioni che hanno vissuto quei decenni sotto il tallone di ferro di quelle dittature fanno sicuramente un altro effetto. Ma anche qui, ovviamente, non ci sogneremmo mai di criticare la libertà artistica dei curatori della mostra e degli ex Cccp. E nemmeno le femministe e l’Anpi, a quanto pare.

Paolo Pergolizzi