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Saman, badili per la fossa compatibili con quelli di 3 imputati

23 settembre 2023 | 08:58
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Saman, badili per la fossa compatibili con quelli di 3 imputati

E’ uno degli elementi salienti nelle conclusioni della perizia disposta dalla Corte di assise. La conferma: “La 18enne è stata strozzata”

REGGIO EMILIA – Chi ha scavato la buca dove è stato trovato il corpo di Saman Abbas lo ha fatto utilizzando badili. E gli attrezzi maggiormente compatibili con i segni lasciati nel terreno nel casolare diroccato di Novellara provengono dall’abitazione di tre dei cinque imputati, lo zio e due cugini della vittima. E’ uno degli elementi salienti nelle conclusioni della perizia disposta dalla Corte di assise di Reggio Emilia, depositata agli atti del processo sull’omicidio della 18enne pachistana, avvenuto nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021.

L’elaborato, 472 pagine firmate dal medico legale Cristina Cattaneo, dall’archeologo forense Dominic Salsarola, dal genetista Roberto Giuffrida e dall’anatomopatologo Biagio Leone confermano quello che era già presente nella prima relazione, cioé che la frattura dell’osso ioide indica una morte per asfissia meccanica da strangolamento o strozzamento, con i periti secondo i quali questa seconda modalità, cioè la costrizione del collo con mani o altri parti del corpo da parte dell’aggressore, è la più probabile. Non è invece possibile stabilire con certezza in quanto tempo la ragazza assassinata sia morta, né ci sono segni che sostengano l’ipotesi che sia stata sepolta ancora viva. La posizione in cui è stata trovata nella fossa, il 18 novembre 2022, suggerisce che sia stata calata per le braccia, molto probabilmente da almeno due persone.

“Siamo prontissimi per questo impegnativo rush finale. La giustizia vera è faticosa per definizione e lo facciamo per Saman, uccisa a 18 anni e seppellita sotto due metri di terra insieme ai tutti i suoi sogni”, dice l’avvocato Barbara Iannuccelli, difensore del fidanzato di Saman Abbas, parte civile nel processo.

La Corte, ricapitola, deve decidere se sospendere i termini di custodia cautelare, come richiesto dalla Procura, data la complessità dell’attività istruttoria. Deve decidere, inoltre,se “fare deporre come testimoni i due detenuti depositari delle confidenze/confessioni di Danish: i difensori hanno infatti acconsentito all’acquisizione di tutti i verbali e delle videoregistrazioni delle testimonianze, il che renderebbe superflua la deposizione testimoniale in aula”. Il 26 settembre “verranno sentiti i medici legali, mentre l’archeologo forense il 13 ottobre. Il 29 settembre il padre Shabbar verrà esaminato e verrà sentito Saqib, il fidanzato”, ricorda Iannuccelli.