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Resistenza, stop alle lezioni dell’Anpi nelle scuole

19 settembre 2023 | 19:28
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Resistenza, stop alle lezioni dell’Anpi nelle scuole

Valditara: “Non hanno il monopolio, faremo una convenzione con tutte le associazioni partigiane”

ROMA – Il ministro dell’Istruzione fa chiarezza sul mancato rinnovo della convenzione, in scadenza nei prossimi giorni, fra il Ministero dell’Istruzione e del Merito e ANPI, che sta facendo molto discutere.. “Si rilassino i professionisti della polemica politica. I valori dell’antifascismo sono anche i miei e la Resistenza è un valore prezioso. Il Ministero è impegnato a costruire una convenzione che coinvolga tutte le associazioni partigiane, perché la Resistenza non è monopolio dell’ANPI e i valori resistenziali devono essere patrimonio di tutti. Per essere ancora più espliciti la Resistenza non l’hanno fatta solo i comunisti, ma anche i cattolici, i liberali, gli azionisti e perfino i monarchici. Dunque, ci sarà una convenzione per far conoscere l’importanza della Resistenza nelle scuole, ma con tutte le associazioni partigiane e non con una soltanto”, ha dichiarato Valditara.

UNIONE STUDENTI: INACCETTABILE DECISIONE VALDITARA SU ANPI

“Troviamo inaccettabile che il ministro Valditara abbia deciso, nel silenzio più totale, di non rinnovare l’accordo con Anpi per le lezioni di Resistenza e Costituzione nelle scuole. La possibilità di svolgere assemblee, lezioni, momenti di formazione sui temi della Restistenza e dell’Antifascismo viene meno. Il ministro già dai fatti di Firenze aveva dimostrato la non volontà nel prendere posizione sui temi della resistenza e dell’antifascismo, temi fondamentali e che fungono da imprescindibili pilastri per la democrazia”. È il commento dell’Unione degli Studenti in risposta alla decisione del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, di non rinnovare la convenzione con l’Anpi.

“Il ministro Valditara, infatti, è chiaro come stia provando a forgiare un modello di scuola ben chiaro- si legge in una nota dell’Uds- Un modello di scuola che vede nell’umiliazione uno strumento educativo, un modello che vuole allontanarsi in toto dall’idea di didattica e scuola partecipativa, per andare nella direzione dell’autoritarismo e del nozionismo svuotato di ogni capacità critica necessaria per creare cittadini liberi e consapevoli. Un modello antifascista e partecipativo di scuola è un modello di scuola che educa a combattere le disuguaglianze e le oppressioni, nei luoghi della formazione e non”. “Ci è chiaro il modello che il ministro vuole mettere in campo a partire dal mancato rinnovo dell’accordo che permetteva all’Anpi di entrare nei percorsi didattici delle scuole per formare gli studenti rispetto ai temi della democrazia e dell’antifascismo. Abbattiamo la scuola del merito: il 17 novembre scendiamo in piazza in tutto il paese per lottare per un altra istruzione” (Fonte Dire)