Rcf Arena, Harry Styles e i Pinguini salvano il bilancio di C. Volo

13 settembre 2023 | 16:37
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Rcf Arena, Harry Styles e i Pinguini salvano il bilancio di C. Volo

C’è stata una perdita di 500mila euro nel 2021 e di 153mila euro nel 2022: ma quest’anno il pubblico pagante è stato il doppio

REGGIO EMILIA – Il concerto di Harry Styles e quello dei Pinguini tattici nucleari hanno salvato l’estate della Rcf Arena e hanno messo le basi per un futuro che potrebbe essere roseo per la struttura del Campovolo. Esaminando i dati dell’ultimo bilancio di C. Volo, la società che gestisce la Rcf Arena, emerge infatti una perdita di 500mila euro nel 2021 e di 153mila euro nel 2022.

La società è formata da sette soci: Coopservice, Nial Nizzoli, Finnregg, Rcf, Arena Campovolo, Smart Group e Taste Srl. Ognuno di loro ha versato 228mila e 750 euro per un capitale sociale complessivo di 1 milione e 600mila euro. La perdita del 2021 è cospicua perché, purtroppo, non essendoci stati concerti, per via dell’emergenza Covid, l’arena è rimasta inattiva.

Nel 2022 ci sono state le esibizioni di Ligabue “30 anni di carriera del 4 giugno 2022 e di “Una. Nessuna. Centomila” concerto contro la violenza sulle donne che hanno portato all’arena, complessivamente, 156mila spettatori.

Nella nota integrativa al bilancio si legge: “L’esercizio 2022 è stato caratterizzato dal fatto che la società ha subito una perdita gestionale di 153mila euro determinata, prevalentemente, da un valore complessivo della produzione non sufficiente a coprire i costi di gestione della struttura, a seguito di una programmazione di eventi ancora non in grado di saturare la capacità autorizzata dalla venue. A questi devono essere aggiunti alcuni costi, che si stimano non ricorrenti, derivanti dalla fase di avviamento dell’iniziativa”.

Continua la nota: “La stagione 2023 si prevede possa raggiungere un buon livello di programmazione con i concerti del 9-10 giugno “Diavolo in Re” di Zucchero Fornaciari, del 22 luglio “Love on tour” di Harry Styles e del 9 settembre con i Pinguini tattici nucleari”.

Rcf Arena

In effetti questi tre concerti, a cui si è aggiunto quello di Italia Loves Romagna, hanno portato complessivamente circa 300mila spettatori alla Rcf Arena e, quindi, un volume di pubblico di circa il doppio rispetto al 2022. Considerando che nel 2022 la perdita, con la metà degli spettatori era stata di 153mila euro, c’è da aspettarsi un risultato che potrebbe portare a un pareggio o, addirittura a un leggero utile. Segno che, con qualche concerto in più, la struttura è sulla buona strada per raggiungere una sua sostenibilità.

C’è, tuttavia, da fare anche i conti con gli ammortamenti. Dal bilancio emerge che, grazie a un decreto legge del 2020, di cui peraltro si sono avvalse molte imprese italiane, è stato concesso a C. Volo di non imputare a conto economico il 50% delle quote di ammortamento relative all’esercizio 2022 relative alle categorie di immobilizzazioni immateriali per un importo di 485mila euro. Si legge ancora: “A fronte della sospensione degli ammortamenti 2021 e 2022 per 688mila e 850 euro e 485mila e 328 euro e non essendovi attualmente riserve patrimoniali disponibili, la destinazione della riserva indisponibile sarà integrata con l’accantonamento di utili negli esercizi successivi”.

In sostanza a bilancio, come consentito dalla legge, non sono stati messi ammortamenti per un milione e 173mila euro che, se considerati, avrebbero portato il passivo dei due esercizi ad un risultato molto peggiore, tale, addirittura, da erodere del tutto il capitale sociale. La perdita complessiva, se conteggiassimo gli ammortamenti dei primi due anni sarebbe di un milione e 826mila e non di 653mila euro.

Non a caso il collegio sindacale, nella sua relazione, scrive: “Il collegio sindacale rileva che il bilancio dell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2022 evidenzia perdite rilevanti che richiederebbero i provvedimenti di cui all’articolo 2446 del codice civile (ricapitalizzare e ricostituire il capitale sociale) la cui adozione può essere sospesa in base alle previsioni del decreto legge 2020. In tale contesto l’organo amministrativo ha fornito informazioni circa i provvedimenti già attuati e ha illustrato la pianificazione economico-finanziaria che intende intraprendere nel quinquennio di riferimento per il riassorbimento delle perdite”.

Spulciando il bilancio, si scopre inoltre che l’opera è costata complessivamente 14,8 milioni che, togliendo il contributo regionale di 1.7 milioni, fanno 13.1 milioni a carico dei soggetti attuatori e che la società ha ricevuto da Coopservice, che quindi è di gran lunga il socio che si è assunto il maggiore rischio per l’operazione, un finanziamento fruttifero di 11,3 milioni erogato a partire dal 19 dicembre 2018 in varie tranches fino al 2022 con un tasso di interesse annuo dell’1,5%.