Migranti, quando il confine si sposta nelle città

21 settembre 2023 | 15:38
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Migranti, quando il confine si sposta nelle città

Il dibattito sabato alle 17.30 durante la festa di tesseramento: a seguire, alle 19,30, cena popolare a sostegno delle attività di Rec

REGGIO EMILIA – Sabato 23 settembre, alle 17.30, a Casa Bettola, si terrà il dibattito “Il confine in città”, all’interno della Festa di Tesseramento di Reggio Emilia in Comune. Un dialogo per analizzare le ricadute in città dell’attuale crisi migratoria portando anche lo sguardo verso le amministrative 2024 con Detjon Begaj, consigliere comunale coalizione civica Bologna, Federica Zambelli, associazione Città Migrante, responsabile servizio cas centro sociale Papa Giovanni XXIII, Giuseppe Napolitano, presidente associazione Partecipazione.

A seguire, alle 19,30, cena popolare a sostegno delle attività di Reggio Emilia in Comune. Prenotazioni al 331/1231909.

Scrive Rec: “Il pomeriggio sarà dedicato ad un tema di portata internazionale ma che impatta sulle municipalità locali, sempre più lasciate sole da uno Stato centrale distante e populista. Il confine in città. Parliamo delle politiche di accoglienza richiedenti asilo, povertà urbana ed enti locali. Da quasi un decennio i Comuni italiani sono il terminale del sistema di accoglienza richiedenti asilo. Un modello sempre improntato sull’emergenza anziché la messa a sistema delle varie fasi dell’accoglienza, dal salvataggio in mare all’integrazione nelle nostre città. Oggi questa tendenza, esasperata da un governo di estrema destra, trasforma il sistema di accoglienza in una caotica e meschina contabilità dove le persone diventano numeri da ricollocare a scapito di reale integrazione sociale ed economica. Nessuno sbocco abitativo, nessuna prospettiva di cittadinanza, nessun percorso professionale condannano alla povertà centinaia di uomini e donne subsahariani ed asiatici. Un processo espulsivo che si somma alla fascia di povertà sempre più evidente nei quartieri di Reggio Emilia. Disagio urbano derivante da anni di demolizione del welfare state e politiche di contrazione dei salari in cui l’abolizione del reddito di cittadinanza da parte dell’esecutivo Meloni è solo l’ultimo atto di una vera e propria guerra ai poveri. Anche sul nostro territorio cittadino, ed in generale nella nostra regione, sono forti le spinte delle prefetture per costituire grandi centri a scapito dell’accoglienza diffusa, ipotesi per ora saggiamente respinta dai nostri amministratori. Cosa significa per una città, per il terzo settore ed il volontariato prendersi carico di queste vite in queste condizioni? Come ripensare ad una diversa forma di accoglienza più umana, nonostante tutto?”.