Donini: “Una legge per dare più soldi alla sanità”

16 settembre 2023 | 14:35
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Donini: “Una legge per dare più soldi alla sanità”

L’assessore regionale al Buco Magico: “”Chiediamo di adeguare il fondo nazionale sanitario al 7,5% del Pil: potremmo avere 350 milioni in più in Regione”

REGGIO EMILIA – “In Regione stiamo proponendo una legge nazionale accompagnata da una raccolta di firme della cittadinanza in cui chiediamo al Parlamento di adeguare il fondo nazionale sanitario al 7,5% del Pil. Questo significherebbe avere 4 miliardi in più per tutta l’Italia e circa 350 milioni in più per la nostra Regione”. Lo ha detto l’assessore regionale Donini in un incontro sulla sanità che si è svolto mercoledì scorso di fronte a oltre duecento persone al circolo sociale “Buco Magico”.

L’evento, dal titolo “Incontro con la sanità che cambia: una nuova emergenza/urgenza, il contributo del volontario”, ha visto come relatori Stefania Bondavalli (consigliera regionale Emilia-Romagna), Giorgio Zanni (presidente della provincia di Reggio Emilia), Raffaele Donini (assessore alle politiche per la salute regione Emilia-Romagna), Iacopo Fiorentini (presidente Anpas Emilia-Romagna) e Antonio Scavuzzo (presidente Croce Rossa Emilia-Romagna).

Scopo dell’incontro: illustrare l’imminente futuro rispetto alla riorganizzazione dell’emergenza/urgenza e della sanità. Il primo intervento ha visto protagonista Stefania Bondavalli, che ha tracciato un’ampia esposizione dei punti di forza e qualità della gestione della sanità nella regione Emilia-Romagna. Tuttavia il sistema è stato ed è messo a dura prova, prima per la pandemia, poi per le conseguenze della guerra in Ucraina e ora per l’aumento dei costi dell’ energia.

A fronte di questo quadro la consigliera ha denunciato anche il “timore che l’attuale governo nazionale possa ridurre i fondi destinati alla sanità, accentuando la differenza con quanto avviene nel resto d’Europa”, e ha invitato tutti a “sostenere una proposta di legge che arresti questa tendenza”.

Anche l’intervento di Giorgio Zanni è stato finalizzato a denunciare il rischio che i cambiamenti in arrivo possano incidere pesantemente sul rispetto dell’articolo 32 della Costituzione Italiana che impegna lo Stato a tutelare la salute di tutti e garantire le cure anche a chi è più indigente. Per questo, come fatto da Bondavalli, ha sostenuto “la necessità di una proposta di legge mirata” e ha descritto quanto fatto dalla regione Emilia-Romagna per affrontare il problema dei tanti medici andati in pensione o delle lunghe file lamentate nei reparti di Pronto Soccorso.

Da parte sua, Raffaele Donini ha lamentato che, per il quarto anno consecutivo, le aziende sanitarie locali in Emilia-Romagna presenteranno bilanci in forte disavanzo. Ha detto che Regione ha cercato di porvi rimedio “con un ulteriore stanziamento di fondi”, ma ha detto che “sarebbe necessario che il governo nazionale facesse la sua parte, arrivando a stanziare per il fondo sanitario nazionale fino al 7,5% del Pil”.

Ha inoltre detto che “non è per caso che anche altre Regioni, a prescindere dal colore politico, lamentano le stesse difficoltà”. Offrendosi poi a un contraddittorio con il pubblico, Donini ha descritto il fallimento del “numero chiuso” imposto alle facoltà di Medicina, e la necessità di inquadrare i medici di medicina generale come dipendenti del ministero della Sanità e non più come convenzionati  a tempo indeterminato.

Ha suggerito anche l’istituzione di un numero unico cui fare riferimento “che liberi il singolo professionista dalla necessità di trattenersi al telefono anziché prestare assistenza a chi gli è davanti”.

Iacopo Fiorentini è poi intervenuto per descrivere la confusione che si diffonde tra i cittadini a fronte di una riforma malamente spiegata e che necessiterebbe di un numero di medici superiore alle attuali disponibilità. Ma ha esaltato anche il sistema del volontariato “esercito della pace come sono solito definirlo” che ha finora evitato il collasso della sanità pubblica. Il problema, ha detto, “non è il voler riformare, ma come questo verrà fatto”.

In chiusura, Antonio Scavuzzo ha ringraziato i partecipanti all’incontro, sia per i loro contributi alla discussione “sia per aver fatto da apripista a coloro che vogliono il bene del Sistema Sanitario e sanno che solo dal confronto con tutti gli attori e protagonisti della scena pubblica, sarà possibile uscire dalle secche in cui oggi sembriamo essere arenati”.